Lo sviluppo di un vaccino contro l’infezione da questo agente patogeno è stata finora costellata di insuccessi e fallimenti, ma ora sembra emergere uno spiraglio di speranza nella ricerca destinata a individuare un metodo per prevenire il contagio
Il virus respiratorio sinciziale (RSV) costituisce una delle principali cause di ricovero nei pazienti pediatrici, ma allo stesso tempo rappresenta un serio pericolo per la popolazione geriatrica. Lo sviluppo di un vaccino contro l’infezione da questo agente patogeno è stata finora costellata di insuccessi e fallimenti, ma ora sembra emergere uno spiraglio di speranza nella ricerca destinata a individuare un metodo per prevenire il contagio. A compiere un significativo passo verso tale direzione uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati del Precision Vaccines Program presso il Boston Children’s Hospital e dello Statens Serum Institut di Copenhagen. Lo scorso autunno in Italia e in altri paesi era stato registrato un incremento ricoveri pediatrici negli ospedali.
Il team, guidato da Simon van Haren, Ofer Levy e Dennis Christensen, ha testato un nuovo vaccino, composto da una proteina dell’RSV e dell’adiuvante CAF-08. Il gruppo di ricerca ha utilizzato un modello murino e delle cellule in vitro per valutare l’efficacia del farmaco, che si è rivelato in grado di proteggere i topolini e i tessuti umani dalle infezioni, senza provocare risposte immunitarie rischiose per l’organismo. I ricercatori hanno considerato varie combinazioni di recettori e adiuvanti per rendere la vaccinazione efficace, individuando un potenziale candidato nell’adiuvante CAF-08.
Nel 1966, riportano gli autori, era stato ideato un composto vaccinale contro il virus sinciziale, che però aveva causato difficoltà respiratorie nei bambini immunizzati. Questo approccio aveva infatti provocato una risposta di tipo allergico dei globuli bianchi, e l’idea di un vaccino contro l’RSV è stata per anni accantonata. In questo nuovo studio, il gruppo di ricerca ha esaminato la risposta immunitaria associata al vaccino CAF-08/RSV. Somministrato in un gruppo di cellule in coltura, ottenute dal sangue del cordone ombelicale donato da neonati umani, il farmaco sembrava in grado di proteggere i tessuti dall’infezione. Gli studiosi hanno testato la formula in topolini neonati, che sono stati successivamente esposti al virus. Il vaccino, dichiarano gli autori, aveva protetto efficacemente gli animali, mostrando una forte risposta immunitaria. “Speriamo che la nostra combinazione possa proteggere i bambini dall’RSV – scrivono gli scienziati – e allo stesso tempo che possa fornire un certo livello di difesa anche per l’influenza, i coronavirus e altre infezioni gravi”.
Valentina Di Paola