Arriva il docente esperto ovvero, come dicono i sindacati, “l’insegnante pagato a premi”. Un “regalo” di 5.650 euro in più sotto forma di “assegno annuale ad personam” a chi “conseguirà una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili”. Prima di andarsene il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha fatto approvare dal consiglio dei ministri, all’interno del Decreto Aiuti bis, un articolo che cambia in maniera sostanziale la carriera dei docenti. Dando seguito a quanto previsto dalla Legge 76/22 sulla formazione degli insegnanti ora la norma prevede questa nuova figura ma sarà riservata solo a ottomila docenti.

Sindacati sul piede di guerra – Una decisione che ha mandato su tutte le furie le organizzazioni sindacali che si son fatte sentire con un comunicato unitario che se la prende con il governo dimissionario che “disegna ad agosto l’impianto della scuola nei prossimi anni”, spiegano i segretari generali di Flc CGIL, Cisl e Uil Scuola, Gilda Unams e Snals Confsal. “La scuola non può andare avanti con ottomila docenti esperti, dopo un percorso selettivo che dura nove anni, mentre funziona quotidianamente con centinaia di migliaia di docenti sottopagati. È evidente – ribadiscono i segretari generali Francesco Sinopoli, Ivana Barbacci, Giuseppe D’Aprile, Rino Di Meglio e Elvira Serafini – che si trovano i soldi per tutto tranne che per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto da oltre tre anni. Sarebbe invece il momento di dare un segnale forte al mondo della scuola finanziando adeguatamente il rinnovo”.

Il commento di Francesco Sinopoli – Sinopoli – contattato da Ilfattoquotidiano.it – è furente: “Sono arrabbiatissimo e indignato. Le pare che in piena estate passi una proposta di questo genere dopo che abbiamo già espresso la nostra contrarietà? Dobbiamo fermare questo scempio”. Il segretario e i suoi colleghi ci proveranno in ogni modo a far cancellare questa novità: “Per il prossimo 8 settembre abbiamo invitato tutti i partiti politici a confrontarsi con i sindacati del settore scuola per capire le loro reali intenzioni, ma intanto vogliamo una risposta immediata: lo stralcio dal provvedimento delle misure che riguardano la scuola, che vanno riportate a materia contrattuale, e l’individuazione delle risorse per chiudere il negoziato in atto per il contratto di un milione di persone”.

Ma qualcuno canta vittoria A cantar vittoria, invece, oltre a Bianchi sono Gabriele Toccafondi e Daniela Sbrollini, capigruppo di Italia Viva in commissione Cultura alla Camera e al Senato ma anche l’Ancodis, l’associazione nazionale collaboratori dei dirigenti scolastici: “Finalmente – spiega il presidente Rosolino Cicero – si incomincia a riconoscere che non è più il tempo dell’appiattimento della professione docente considerata la complessità della scuola autonoma e moderna. Si è aperta la strada all’ammodernamento di un sistema vecchio e statico”. Positivo il commento anche di Valentina Aprea, capogruppo di “Forza Italia” in commissione Cultura della Camera: “Con questo provvedimento si rompe la diga dell’uniformità della prestazione e della retribuzione degli insegnanti”.

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