L'accusa aveva chiesto 9 anni e mezzo. La cestista, fermata lo scorso febbraio a Mosca, prima del verdetto aveva dichiarato: “Mi chiamano pedina politica, ma io spero che la politica resti fuori da quest’aula"
La campionessa di basket Brittney Griner è stata giudicata colpevole di traffico di droga ed è stata condannata a 9 anni dal giudice del Tribunale di Khimki, alla periferia di Mosca. L’accusa aveva chiesto 9 anni e mezzo. La cestista, due volte campionessa olimpica, fermata lo scorso febbraio a Mosca, prima del verdetto aveva dichiarato di aver commesso un errore e si è appellata alla corte. “Mi chiamano pedina politica, ma io spero che la politica resti fuori da quest’aula – ha detto supplicando i giudici di non ‘mettere fine alla sua vita’ – Ho commesso un errore in buona fede, non avevo intenzione di infrangere la legge“. La sportiva, che è comparsa dietro le sbarra e ammanettata, ha chiesto “scusa alla mia squadra, alla mia famiglia. Non volevo ferire nessuno. L’unica cosa che voglio è tornare da loro”. All’atleta è stata anche inflitta una multa di 1 milione di rubli, pari a circa 16.400 dollari.
La reazione di Washington è stata immediata. “La cittadina americana Brittney Griner ha ricevuto una sentenza che ricorda ancora una volta quello che il mondo già sa: la Russia detiene ingiustamente Brittney. È inaccettabile e chiedo alla Russia di rilasciarla immediatamente così che possa riunirsi con la moglie, gli amici e le compagne di squadra – dichiara il presidente Joe Biden -. La mia amministrazione continuerà a lavorare senza sosta e a perseguire ogni strada possibile per portare Brittney e Paul Whelan a casa il prima possibile”. Il suo caso è diventato da tempo oggetto di un braccio di ferro diplomatico tra Stati Uniti e Russia. Considerata una delle migliori giocatrici di basket del mondo, aveva raggiunto Mosca nonostante le autorità americane avessero invitato i propri concittadini a non lasciare gli Stati Uniti. Griner giocava nella squadra di basket di Ekaterinburg nelle pause del campionato Usa. Gli agenti russi che avevano perquisito l’atleta e avevano trovato nella borsa le ricariche all’olio di cannabis, il cui possesso è lecito quasi ovunque negli Usa e non è invece permesso in Russia: da qui l’accusa di traffico di droga un reato che può comportare una pena fino a 10 anni. “Brittney sta molto male, è difficile parlarci” ha detto gli avvocati che hanno annunciato che faranno appello contro la sentenza per il quale hanno adesso 10 giorni di tempo.
La 31enne si era dichiarata colpevole affermando però di aver inavvertitamente portato la sostanza in Russia, rifiutando l’accusa di traffico di stupefacenti. La pubblica accusa ha affermato invece che la donna avesse scientemente nascosto l’olio di cannabis nel suo bagaglio. Nel pieno della guerra in Ucraina e del conflitto che oppone la Russia all’Occidente, la vicenda ha assunto contorni geopolitici, nel momento in cui Mosca e Washington hanno tentato un dialogo sul possibile scambio di prigionieri: scambio nel quale la campionessa di basket americana potrebbe essere parte. Anche il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha espresso la preoccupazione per “l’ingiusta” condanna e “per l’uso da parte del governo russo di detenzioni illecite per portare avanti la propria agenda, utilizzando le persone come pedine politiche” assicurando che la priorità del dipartimento è “lavorare per riportare a casa Brittney e l’altro americano detenuto ingiustamente, Paul Whelan”. Blinken cercherà di parlare con il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov come ha detto alla Mnsbc il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby. “Non ho dubbi che se avrà l’opportunità parlare con Lavrov lo farà. E se non accadrà naturalmente cercherà un modo”, ha detto Kirby. I due ministri si trovano entrambi in Cambogia per partecipare al vertice dell’Asean. “È una condanna ingiusta e spiacevole – si legge in una nota della Lega di basket Usa – L’impegno della Wnba e della Nba per il suo ritorno a casa non è mai venuto meno, la nostra speranza è che siamo vicini alla fine di questo processo per riportare finalmente Brittney Griner negli Stati Uniti”.