Un vero e proprio risarcimento per le perdite subite in questi mesi a causa del danno creato da Spacey con le molestie sessuali nei confronti di alcuni componenti dello staff avvenute in passato. Per questo motivo l’attore era stato subito licenziato e si era visto revocare il ruolo all’interno della serie
Kevin Spacey dovrà sborsare circa 31 milioni di dollari alla società di produzione MRC che ha curato la realizzazione della serie “House of Cards” per la piattaforma di streaming Netflix. Il motivo? Un vero e proprio risarcimento per le perdite subite in questi mesi a causa del danno creato da Spacey con le molestie sessuali nei confronti di alcuni componenti dello staff avvenute in passato. Per questo motivo l’attore era stato subito licenziato e si era visto revocare il ruolo all’interno della serie.
Con questa ultima decisione, il giudice di Los Angeles ha di fatto respinto il ricorso presentato da Spacey: la rottura ha provocato un vero e proprio danno di immagine e materiale, considerando il contratto in essere che legava entrambe le parti. Basti pensare che dopo il licenziamento vennero inevitabilmente bloccate le riprese della sesta stagione dello show per permettere agli autori di riscrivere i copioni. Le conseguenze, neanche a dirlo, furono numerose: rimozione del personaggio centrale, riduzione da 13 a 8 episodi per rispettare le scadenze e una perdita pari a oltre 10 milioni di dollari.
Spacey nella serie infatti vestiva i panni del protagonista, Frank Underwood, un membro del Congresso assetato di potere che diventava presidente. Dalla controparte invece, gli avvocati di Spacey, sostengono che la decisione da parte della produzione di escludere l’attore dalla sesta stagione sarebbe arrivata prima dell’indagine interna che avrebbe portato alcuni componenti dello staff a farsi avanti. Una vera e propria (secondo loro) violazione del contratto. La sentenza di cui vi abbiamo parlato qualche riga sopra arriva dopo oltre tre anni di lite legale e un’udienza probatoria durata otto giorni realizzata in gran segreto fino a quando altri tre arbitri privati hanno respinto l’appello di Spacey confermando all’unanimità la decisione nel mese di novembre.
Non è tutto. Una volta accesa la miccia, altre persone si sono fatte avanti negli anni dicendo di esser state vittime di abusi sessuali da parte dell’attore. Il mese scorso Kevin Spacey si è dichiarato innocente davanti il tribunale di Londra per l’accusa di aver aggredito sessualmente tre uomini durante la sua esperienza di direttore al teatro Old Vic. In conseguenza a questo sarà processato il prossimo anno, tenendo presente che nel 2019 un’altra causa penale intentata contro di lui venne archiviata.
I danni, inevitabilmente, sono presenti anche per l’attore che si è visto escludere da un altro set. Spacey quest’anno sarebbe dovuto tornare a recitare sul set del film Gengis Khan, 1242: Gateway to the West. A causa di nuove accuse di molestie sessuale, però, è stato subito rimosso dal cast. Nel frattempo invece la produzione del thriller “Peter Five Eight” di Michael Zaiko Hall ha dichiarato: “I tuoi fan da tutto il mondo ti aspettano!”. Non ci resta quindi che attendere l’esito dei nuovi processi tutt’ora in essere.