Luciano Spalletti non è mai banale, anche quando si tratta di fare autocritica. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha confessato: “Lo so, lo so che dicono tutti che sono antipatico! È questa l’etichetta che mi hanno attribuito e ormai la tengo. Ma poi… perché? Sarà che del mio lavoro non parlo con nessuno, sarà forse per lo sguardo un po’ severo. Ma garantisco che sono una personcina per bene, al punto che mi sposerei!“.

Il tecnico del Napoli ha parlato anche del suo rapporto con la squadra e la città: “È la natura a unire me e Napoli. Gli odori, i sapori anche. Ecco, sono sensazioni anche difficili a spiegare. Emozioni e sentimenti: la città mi sta conquistando così, mi riporta alle mie origini. La passione per il calcio è viscerale, unica. Ma ci sono momenti e momenti e non è che se si fa un campionato ad alti livelli, rompendo anche il clima di depressione che ho trovato quando sono arrivato, poi se non vinci lo scudetto non hai fatto nulla, anzi per qualcuno hai fallito. Sono stato il primo a coltivare l’ambizione di vincere, ho alzato l’asticella nel mio spogliatoio per accrescere l’autostima dei calciatori. Siamo riusciti a fare grandi cose, con quasi mezza squadra con il contratto a scadenza. Ragazzi che ringrazio per la professionalità dimostrata fino all’ultimo minuto”.

Per il Napoli, dopo le partenze di Kalidou Koulibaly e Dries Mertens, è l’inizio di una nuova era: “Si è chiuso un ciclo importante, con giocatori che hanno fatto la storia e apriamo insieme un’altra pagina. Il nuovo Napoli vira nella direzione dei giovani forti, nel ridimensionamento degli ingaggi e nella filosofia della sostenibilità. Attorno a noi avverto scetticismo, mi dispiace. Perché ce la stiamo mettendo tutta per farci trovare pronti. Grazie a un mercato che, entro certi confini, sia funzionale alle nostre esigenze. Dybala non è arrivato, sento dire qua e là. Il tentativo è stato fatto dalla mia società, poi devi fermarti quando ci sono gli steccati. Questo non ci deve far sentire da meno. Tutte le squadre di vertice, e oltre alle milanesi e alla Juventus si sono aggiunte anche Roma e Fiorentina, si sono rinforzate in maniera significativa. Noi facciamo il nostro percorso sapendo che questo sarà un campionato anomalo e dunque strano per tutti. Le partite si giocano in campo non fuori”.

A proposito dell’addio di Mertens, ha chiarito: “Non sono stato io, non è stato il club a non volerlo con noi. Mertens avrebbe potuto darci una grande mano. Ma la società gli ha fatto una proposta e lui non ha accettato. Mi tengo fuori da queste dinamiche, ed è giusto così”. Dinamiche che competono in primis ad Aurelio De Laurentiis. “Il mio rapporto con lui è diretto, frontale. E dunque vero. Per incontrarci a volte sono necessari compromessi caratteriali: a volte abbozzo io, altro volte lo fa lui. Siamo due persone forti”.

Infine ha espresso il proprio pensiero riguardo la rottura di Francesco Totti con Ilary Blasi. “Non mi aspettavo divorziasse, mi dispiace veramente. La famiglia è importante nella vita di ogni uomo, la sua mi è sempre apparsa solida. Una base importante per Francesco e Ilary. Ma la vita riserva anche questo, è un peccato“.

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