Nuovi guai per il Monte Paschi di Siena. La banca toscana ha comunicato oggi i dati sulla prima metà del 2022 che si è chiusa con utili per 27 milioni di euro, in calo rispetto ai 202 milioni che avevano caratterizzato lo stesso periodo del 2021. I ricavi scendono del 2,5%, a 1.522 milioni di euro, ma aumentano del 2,8% al netto del minor contributo derivante dalla cessione dei titoli. Ma soprattutto sono tornate a cresce le richieste di risarcimento nei confronti della banca per l’informazione finanziaria fornita al mercato. Tra aprile e giugno la banca ha registrato un incremento per circa 1 miliardo di euro di richieste stragiudiziali da una società di consulenza per conto di investitori istituzionali, a cui si è aggiunto ad agosto un ulteriore reclamo da 800 milioni dalla medesima società. Si tratta “di posizioni palesemente disomogenee sotto più profili, di assoluta indeterminatezza e generiche” e “non sussistono le condizioni” per la “stima di danno”, scrive Mps che comunque ha provveduto ad effettuare accantonamenti“.

Le nuove richieste di risarcimento sono in effetti la causa principale dell’aumento degli accantonamenti al fondo rischi e oneri negativi, cresciuto di 78 milioni di euro nel semestre. Al 30 giugno le richieste danni a carico di Mps ammontavano a 2,9 miliardi di euro, di cui 1,1 miliardi di natura giudiziale, a cui si è aggiunta un’ulteriore richiesta stragiudiziale di 0,8 miliardi di euro ad agosto, per un totale di 3,7 miliardi di euro circa. “La banca ha dato mandato ai suoi legali di valutare ogni azione legale per proteggere i suoi diritti”, si legge nelle slide di presentazione dei dati.

Le nuove richieste danni a Mps sono “lettere con richieste che nella maggior parte dei casi mancano di documentazione, di legittimità e senza nesso causale, in sostanza infondate”, inoltrate “dalla stessa società di consulenza per conto di alcuni investitori istituzionali. Si tratta di richieste seriali”, commenta l’amministratore delegato Luigi Lovaglio. Il manager ha detto che secondo i legali della Mps si tratta di “richieste estremamente dubbie, talmente dubbie da non giustificare quasi degli accantonamenti da parte della banca,” e per questa ragione “abbiamo dato mandato ai legali perché possano proteggere gli interessi della banca”. Tuttavia il titolo della banca perde in borsa oltre il 6%.

Mps, ancora controllata al 64% dal ministero del Tesoro, si appresta a varare in autunno un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, 1,6 dei quali a carico delle casse pubbliche. Pochi giorni fa Bruxelles ha concesso una proroga per la dismissione della quota del Tesoro in cambio di impegni più stingenti, in larga parte già incorporati nel nuovo piano industriale. L’assemblea straordinaria per l’approvazione dell’aumento di capitale è stata convocata per il prossimo 15 settembre. All’ordine del giorno anche il raggruppamento delle azioni del Monte nel rapporto di 100 a a 1 nonché una serie di modifiche dello statuto.

“Le condizioni per l’aumento di capitale devono essere condizioni di mercato” per cui “non prevediamo che il Mef possa incrementare il contributo” rispetto a quella che è la sua attuale quota nel capitale, pari al 64,2%”, ha affermato Lovaglio. “Nonostante le difficile condizioni di mercato procediamo e facciamo il possibile per arrivare nelle condizioni migliori all’aumento di capitale”. Ieri la banca ha firmato l’atteso accordo sindacale che prevede l’uscita su base volontaria di 3.500 lavoratrici e lavoratori tramite il Fondo di sostegno al reddito fino a 7 anni. A distanza di 40 giorni dalla presentazione del piano industriale “abbiamo raggiunto un accordo con il sindacato per 3.500 uscite volontarie, abbiamo ceduto un portafoglio di npl (crediti deteriorati, ndr), abbiamo già ottenuto l’autorizzazione della Dg Comp e abbiamo presentato la richiesta alla Bce per l’assemblea di settembre. Sono tutti segnali che la banca sta procedendo non solo nell’attività commerciale ma sta procedendo a tutta velocità anche nell’esecuzione del piano e siamo convinti che sarà impossibile fermare la nostra determinazione e quindi raggiungeremo tutti gli obiettivi che ci siamo posti” ha detto l’amministratore delegato. Quello per Mps “devo dire che sicuramente è un piano duro e naturalmente avrei preferito che si potesse fare a meno del rigore di questo piano però do atto all’amministratore delegato che sta facendo un lavoro molto serio e che sta lavorando nel senso del mantenimento dell’identità del Monte dei Paschi”, ha commentato il presidente della Toscana, Eugenio Giani.

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