Per Aldo Milani, coordinatore nazionale del Si Cobas, finisce il divieto di dimora nella provincia di Piacenza, sostituito con l’obbligo di presentazione alle polizia giudiziaria tre volte a settimana. Rimane l’obbligo di firma anche per altri indagati accusati a vario titolo di violenza privata, sabotaggio, interruzione di pubblico servizio, resistenza a pubblico ufficiale
Tornano liberi i sei sindacalisti del Si Cobas e dell’Usb arrestati a Piacenza lo scorso 19 luglio. Il tribunale del riesame di Bologna ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare del Gip di Piacenza con cui erano stati disposti gli arresti domiciliari per il coordinatore nazionale del Si Cobas, Aldo Milani, i tre coordinatori piacentini Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli e per i due esponenti dell’Unione sindacale di base Roberto Montanari e Abed Issa Elmoursi con l’accusa di associazione a delinquere. “Crolla il teorema della Procura di Piacenza”, commenta l’Usb in una nota. Il sindacato “mantiene inalterato il giudizio sul gravissimo operato della Procura di Piacenza e mantiene alta la mobilitazione per fermare questo attacco gravissimo al sindacalismo conflittuale e di classe”.
Il collegio dei giudici bolognesi formato da Rocco Criscuolo (presidente), Andrea Santucci e Maria Cristina Sarli, che motiverà entro 45 giorni la sua decisione, ha ordinato la liberazione immediata dei sei sindacalisti e modificato alcune delle altre misure cautelari più lievi disposte a luglio. Per Milani finisce il divieto di dimora nella provincia di Piacenza e viene sostituito con l’obbligo di presentazione alle polizia giudiziaria tre volte a settimana. Rimane l’obbligo di firma anche per altri indagati accusati a vario titolo di decine di reati fra cui violenza privata, sabotaggio, interruzione di pubblico servizio, resistenza a pubblico ufficiale per gli scioperi della logistica nel distretto di Piacenza tra il 2014 e il 2021.
La procura di Piacenza guidata da Grazia Pradella, che ora potrebbe ricorrere in Cassazione, aveva parlato in conferenza stampa il giorno degli arresti anche di arricchimento personale di alcuni dei sindacalisti usando il loro ruolo nelle rispettive sigle, ma non sono contestate loro ipotesi di reato di appropriazione indebita o altre fattispecie riguardanti l’appropriazione di denaro.
Nelle memorie difensive depositate dagli avvocati dei sindacalisti si ricorda che “nei magazzini della logistica di Piacenza dove operavano Si Cobas e Usb si è assistito fino a 14 cambi appalto di lavoro in meno di 10 anni con una continua successione di diversi datori di lavoro che comporta la necessità di frequenti interventi sindacali volti al mantenimento dei diritti già acquisiti”. Il collegio difensivo ha depositato una relazione firmata dal giuslavorista Lorenzo Venini dello studio legale Diritti e Lavoro di Milano nella quale si ricostruisce l’evoluzione del sistema di appalti degli hub della logistica emiliana, dove operavano lavoratori iscritti ai sindacati di base negli ultimi anni, citando le sentenze emesse dai giudici del lavoro dello stesso tribunale di Piacenza. Il caso dei 14 cambi appalto in meno di 10 anni riguarda una nota multinazionale con hub sia a Piacenza che nella provincia a Pontenure. Dalle vertenze sindacali nate all’interno sono partiti alcuni dei filoni d’indagine oggi contestati a livello penale.