“La Direzione nazionale ritiene, come già deciso dal Consiglio federale nazionale del 25 luglio, che l’unica alleanza che possa contrastare efficacemente la destra estrema in Italia sia quella, pur con tutte le differenze che sono note, di un fronte democratico a partire dal Pd. Per questo motivo la Direzione nazionale ritiene non percorribile un’alleanza con il M5s esprimendo, nel contempo, rammarico per il non raggiungimento di un accordo tecnico più ampio che includesse anche il M5s”. Con una nota diffusa intorno alle 18, Europa verde fa una scelta di campo nel balletto delle potenziali alleanze di centrosinistra: non esiste coalizione con i 5 stelle senza il Pd. Una risposta indiretta alle parole di Giuseppe Conte, che giovedì aveva accusato il co-portavoce verde Angelo Bonelli di voler “usare” il M5s per negoziare con i dem. Ma anche una potenziale frattura nella lista unica rossoverde con Sinistra italiana di Nicola Fratoianni, che invece non ha mai chiuso del tutto la porta alla coalizione “alternativa” con i pentastellati. Anche se Bonelli e l’altra co-portavoce verde, Eleonora Evi, rassicurano: “Riteniamo strategica l’alleanza con Sinistra Italiana” e “ci sentiamo impegnati a valutare comunemente l’evolversi dell’attuale situazione politica”.

Il quadro si definirà nel nuovo incontro che si terrà sabato tra Bonelli, Fratoianni e il segretario Pd Enrico Letta, dopo che il faccia a faccia di giovedì si era concluso con l’impegno a decidere entro 48 ore: i tre si sarebbero dovuti vedere già venerdì sera, ma l’incontro è stato rimandato. I rossoverdi chiedono impegni su alcuni “punti programmatici” contenuti in un documento presentato a Letta: no al nucleare, ecobonus strutturali, un piano per le energie rinnovabili, freno alle esportazioni di gas, salvaguardia del reddito di cittadinanza. Un tentativo di riequilibrare a sinistra la coalizione con un accordo parallelo a quello (ispirato alla cosiddetta agenda Draghi) firmato tra Pd e Azione/+Europa. Le veline dal Nazareno però sembrano quasi spazientite: “Noi continuiamo a lavorare per una coalizione più larga e plurale. Vogliamo confermare l’accordo con Azione e Più Europa. E in serata il segretario Letta incontrerà Bonelli e Fratoianni. L’intenzione è chiudere entro domani tutto il quadro. Il tempo sta scadendo“, il messaggio affidato alle agenzie. E Calenda su Twitter ha dato l’ennesimo aut aut: “Non c’è spazio per loro nella coalizione, Letta deve decidere”.

In campo però c’è un’ulteriore incognita: sabato, infatti, è convocata l’assemblea online dei tremila iscritti di Sinistra italiana che dovrà approvare l’intesa col Pd, come previsto dallo statuto del partito. E l’esito non è affatto scontato, se si pensa che lunedì scorso, al termine di due giorni di dibattito-fiume, lo stesso organo aveva approvato con una maggioranza non eccessivamente larga (il 65%) la mozione che attribuiva a Fratoianni il mandato a trattare con i dem e i centristi. E che un documento firmato da 300 iscritti all’indomani della crisi di governo chiedeva ai dirigenti di impegnarsi “a promuovere un confronto pubblico con tutti i soggetti politici nazionali (a partire, ma non solo, dai nostri alleati di Europa Verde e dal M5S) e locali (le tante esperienze civiche e la sinistra sociale), per superare le diffidenze e promuovere un polo effettivamente alternativo alle destre e distinto dal centro liberale”. Se il testo non rispondesse alle aspettative dei militanti, quindi, una bocciatura non è esclusa: a quel punto il cartello tra Si e Verdi non potrebbe che naufragare, con conseguenze imprevedibili.

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