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Anche Ghali nel mirino dei cori: “Portaci a pu**ane”. Lui ferma il concerto e sbotta: “State dicendo questa cosa nel live sbagliato” – Video

di Luca Guarneri

Ve ne stiamo parlando ormai da qualche settimana. Ai concerti in effetti sempre più spesso stiamo assistendo a scene con cori di odio da parte del pubblico. Dopo Myss Keta, che si è sentita dire da alcuni partecipanti al live: “Portaci a put*ane”, questo becero tormentone lanciato su TikTok ha coinvolto anche Ghali. L’artista infatti è stato immortalato su Instagram mentre sbotta con gli spettatori dello show di Gallipoli, più precisamente a Parco Condar, di essere irrispettosi e inopportuni.

Facciamo un passo indietro. È il 3 agosto: afa, voce, birre e telefoni in mano sono i protagonisti della serata. Poi, di colpo, il buio. A metà serata il live si interrompe per lasciare spazio ad un coro partito dai ragazzi sottopalco: “Oh Ghali, portaci a put*ane”. Ed è subito un’onda di voci della folla presente. La musica si ferma e, dopo un momento di silenzio, il rapper non ci sta e reagisce alle accuse: “State dicendo questa cosa nel live sbagliato, perché tante persone si sono incontrate ai miei concerti, tante coppie che ora sono sposate. Non c’è di certo bisogno di andare a put*ane stasera ragazzi”. Tanti, troppi, i casi che negli ultimi mesi hanno coinvolto tra gli altri Keta stessa o J-Ax durante il live organizzato da Fedez, LoveMi. E ancora, Elettra Lamborghini, che si è sentita apostrofare da alcuni haters “Tr*ia” al suo concerto a Riccione: “Se avete le palle, prendete e andate fuori dai cogli*ni” – aveva gridato a gran voce. Ultima, non in ordine di gravità per le parole ricevute, Anna Pepe, 18 anni, che aveva mandato direttamente a quel paese i responsabili degli insulti.

Una piaga quella dei cori ai concerti che sta diventando sempre più problematica e difficile da superare. Gli artisti si interrogano sui social su come poter superare questo problema durante i loro live, come ad esempio l’eccessivo utilizzo dei telefoni. Ormai i concerti non vengono più guardati in presa diretta ma da uno schermo di un telefono. In questo i social non hanno evidentemente aiutato a superare questo gap che la Generazione Z (e non solo) sta vivendo. Chi sarà la prossima vittima? Non ci resta che attendere il prossimo concerto per dirlo

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