Il Parlamento dell’Indiana, negli Stati Uniti, ha approvato un divieto quasi totale dell’aborto. La misura è stata firmata dal governatore Eric Holcomb. L’Indiana diventa così il primo a passare nuovi e ampi limiti a questa pratica dopo che, lo scorso giugno, la Corte Suprema ha ribaltato la storica sentenza “Roe contro Wade” che sanciva il diritto all’aborto. La legge dell’Indiana vieta del tutto l’interruzione della gravidanza salvo poche eccezioni. La pratica viene consentita solo in caso di anomalie fetali considerate letali, o per prevenire gravi rischi per la salute fisica della madre. Sono ammesse eccezioni anche per le vittime minorenni di stupro o incesto, ma solo fino alla 10ma settimana di gravidanza. I medici che contravvengono alle regole possono essere posti sotto accusa di aver commesso un reato rischiando la revoca della licenza. La normativa è passata nonostante l’opposizione di alcuni repubblicani, che la ritenevano troppo estrema.

Una decisione “devastante”, un “altro passo radicale dei repubblicani per strappare alle donne i loro diritti”. Così la Casa Bianca commenta la decisione dell’Indiana. “Il Congresso dovrebbe agire immediatamente e approvare una legge che ripristini i diritti” previsti dalla sentenza Roe v. Wade. “Biden è impegnato a proteggere i diritti e le libertà delle donne”, aggiunge la Casa Bianca. L’approvazione della legge in Indiana giunge solo tre giorni dopo che gli elettori del Kansas, un altro Stato conservatore del Midwest, hanno respinto a stragrande maggioranza un emendamento che avrebbe eliminato le tutele dei diritti all’aborto dalla Costituzione dello Stato. In Indiana

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