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Beatles, all’asta la lettera di fuoco che John Lennon scrisse a Paul McCartney dopo lo scioglimento della band

Un duro j’accuse contro l’amico di un tempo, tacciato di ingratitudine per aver citato la band in giudizio dopo i tanti soldi guadagnati con i Beatles. Ora quella lettera potrebbe valere almeno 40mila dollari

di Simona Griggio

La fine dei Beatles: la rottura tra John Lennon e Paul McCartney? “Una scossa, un po’ come un divorzio. E poi siamo rimasti a raccogliere i cocci”. Si è sempre saputo che quella separazione aveva avuto toni drammatici. Ora c’è la prova, nero su bianco. Una lettera scritta da John a Paul. Un duro j’accuse contro l’amico di un tempo, accusato di ingratitudine. Il motivo? Aver citato la band in giudizio, dopo i tanti soldi guadagnati con i Beatles. La lettera è stata scritta il 18 novembre 1971 e Lennon deve aver pensato e ripensato prima di spedirla, visto che fu recapitata a McCartney solo un anno e mezzo dopo. Ma era un momento di tempesta, con i componenti del gruppo intenti a districarsi nelle battaglie legali sui diritti e sui soldi. Ora quella missiva, dattiloscritta, è riemersa dalla nebbia dei ricordi. L’ha messa in vendita un sito di cimeli musicali, Gotta Have Rock and Roll, che pensa di ricavare dalla vendita almeno 40mila dollari. Anche sull’onda del rinnovato interesse per i Fab Four, rilanciato dal film The Beatles: Get Back, uscito l’anno passato con la regia di Peter Jackson e nobilitato dallo splendido recupero di tanti filmati originali.

L’attenzione è tutta incentrata sulle parole scritte dall’autore di Imagine all’amico. O ex amico, visti i toni. E si deduce anche che proprio quel brano, pubblicato da Lennon nel 1971 dopo lo scioglimento, sia stato tra i motivi degli screzi: avrebbe dovuto far parte del repertorio del gruppo. Lennon infatti accusa Paul di “ingratitudine per aver scartato Imagine”. Ma non si ferma certo qui: rivolgendosi al “mio vecchio amico ossessivo”, John lo accusa di aver la maggior parte delle responsabilità nella fine della storia della band: “Se non sei l’aggressore, come affermi, chi diavolo ci ha portato in tribunale?”. Poi lo incalza: “Hai mai pensato che potresti sbagliarti su qualcosa?”.

Lennon esprime ancora tutti i suoi dubbi sulle parole di Paul, che in un’intervista alla rivista musicale Melody Maker aveva deciso di lasciare fuori dalla disputa le mogli, Linda e Yoko Ono. John fa intendere con quest’espressione il legame fortissimo e indissolubile che lo legava alla compagna: “Pensavo che avessi già capito che io sono John and Yoko”. Siamo una cosa sola, gli ribadisce. Si parla di George Harrison e di Ringo Starr. Il batterista, sempre secondo il racconto di Lennon, sarebbe stato minacciato dallo stesso Paul McCartney insieme alla moglie Linda. Ciliegina sulla torta: John punta il dito contro Paul per aver acquistato un’altra casa discografica all’insaputa di tutti.

Accuse e controaccuse. Perché questa lettera parte (a scoppio ritardato) dopo l’intervista di McCartney, il quale aveva offerto una ricostruzione completamente opposta: “Non ho istigato io la rottura. È stato il nostro John. Un giorno è entrato in una stanza e ha detto che avrebbe lasciato i Beatles”. Quale che sia la verità, Lennon voleva però lasciare uno spiraglio aperto alla riconciliazione e concludeva il suo messaggio a Paul con queste parole: “Non c’è nessun sentimento ostile contro di te. So che fondamentalmente vogliamo le stesse cose e come ti ho detto al telefono e in questa lettera, ogni volta che vuoi incontrarmi, tutto ciò che devi fare è chiamare”.

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