Il cessate il fuoco mediato dall’Egitto fra la Jihad islamica e Israele entrato in vigore questa notte sembra reggere. A scriverlo è il quotidiano israeliano “Times of Israel” che riferisce come il sistema di difesa Iron Dome abbia intercettato il lancio di un proiettile da Gaza pochi minuti dopo l’entrata in vigore della tregua. Attesa per la riapertura del valico commerciale di Kerem Shalom – la cui chiusura ha provocato la cessazione delle attività della centrale elettrica di Gaza- e del valico per i passeggeri di Erez che ieri è stato danneggiato dal lancio di mortai da parte della jihad islamica e che però, a quanto pare, è ancora agibile. Una tregua molto fragile quella concordata fra le parti in base ad un accordo secondo il quale, in cambio del cessate il fuoco, Israele dovrebbe liberare due alti esponenti della Jihad islamica, Bassam al- Saadi e Khalil al Awawda, il cui arresto da parte delle forze israeliane avrebbe provocato il conflitto. “Se il nemico non rispetterà quanto concordato tramite il mediatore egiziano, riprenderemo la battaglia”, ha affermato il segretario generale della Jihad islamica palestinese, Ziyad Nakhala, citato dal Jerusalem Post. Israele, dal canto suo, nega il via libera al rilascio dei prigionieri. “Israele non ha acconsentito a nulla, abbiamo risposto negativamente alle richieste”, ha affermato, Omer Barlev, il ministro della sicurezza interna israeliano.
Venerdì 5 agosto, Israele ha lanciato l’operazione denominata Breaking Dawn contro la Jihad islamica. Secondo il ministero della Salute finora nell’operazione sono morti almeno 41 palestinesi. Tra le vittime anche sei bambini e oltre 300 feriti.
Israele ritiene che il bombardamento abbia permesso di eliminare 15 militanti della jihad islamica tra cui Tayassir al-Jabari, comandante della zona settentrionale della Striscia, e Khaled Mansour, comandante della zona meridionale. Gerusalemme definisce “preventiva” l’azione in corso e diretta contro la Jihad islamica piuttosto che nei confronti di Hamas. Finora sono stati attaccati 140 obiettivi nella striscia di Gaza, mentre 20 presunti membri della Jihad islamica sono stati arrestati nel corso di un’operazione in Palestina, riferiscono fonti israeliane.
Sabato il primo ministro israeliano Yair Lapid aveva detto che l’esercito avrebbe continuato a colpire obiettivi nella Striscia di Gaza “in modo preciso e responsabile al fine di ridurre al minimo i danni ai non combattenti. L’operazione proseguirà per tutto il tempo necessario”. Lapid ha incontrato il capo dell’opposizione Benymin Netanyahu per un aggiornamento – secondo le regole politiche del Paese – sulla situazione a Gaza. Il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, avrebbe raccomandato al governo israeliano di mettere fine all’operazione contro la Jihad a Gaza avviata due giorni fa. Lo scrive il sito israeliano Walla News, citando fonti ministeriali presenti all’incontro del gabinetto di sicurezza del governo, al quale ha preso parte anche il capo del servizio di intelligence interna.
Da venerdì, in ritorsione ai bombardamenti, la Jihad islamica ha lanciato verso Israele 580 razzi. Di essi 120 sono caduti all’interno della stessa Striscia di Gaza per malfunzionamenti. Il sistema di difesa anti missile israeliani Iron Dome ha intercettato il 96% dei razzi diretti verso località abitate in Israele. Altri razzi ancora sono caduti in zone aperte, o in mare. La Jihad islamica ha rivendicato il lancio dei razzi e, in un comunicato, l’ organizzazione ha avvertito Israele che “reagirà duramente” alla uccisione del suo comandante militare nel sud della Striscia, Khaled Mansour, avvenuta ieri. Nel corso della nottata la Jihad islamica ha sparato un solo razzo, ma di prima mattina ha indirizzato il fuoco verso Gerusalemme e verso la città israeliana di Sderot, a ridosso della Striscia. “Si è trattato di una prima reazione”, ha affermato l’ala militare della Jihad islamica.
“Accolgo con favore l’annuncio stasera di un cessate il fuoco tra Israele e i miliziani a Gaza dopo tre giorni di ostilità”, ha dichiarato nella notte il presidente americano Joe Biden. “In queste ultime 72 ore – ha proseguito – gli Stati Uniti hanno lavorato con funzionari di Israele, Autorità Palestinese, Egitto, Qatar, Giordania ed altri in tutta la regione per incoraggiare una rapida risoluzione del conflitto. Ringrazio il presidente Abdel Fattah Al Sisi e gli alti funzionari egiziani che hanno svolto un ruolo centrale in questo sforzo diplomatico, nonché l’emiro Tamim Bin Hamad Al Thani del Qatar e il suo team per aver contribuito a porre fine a queste ostilità”. “Come ho chiarito durante il mio recente viaggio in Israele e in Cisgiordania,- ha proseguito il presidente Biden- israeliani e palestinesi meritano entrambi di vivere al sicuro e di godere di uguali misure di libertà, prosperità e democrazia”, ha concluso Biden. “La mia amministrazione rimarrà impegnata con i leader israeliani e palestinesi per sostenere questa visione e per attuare le iniziative lanciate durante la mia visita per migliorare la qualità della vita dei palestinesi e degli israeliani”.
“La Farnesina segue con grande preoccupazione l’escalation a Gaza e le notizie di vittime tra la popolazione palestinese. L’Italia condanna con fermezza il lancio di razzi verso il territorio israeliano e ribadisce il diritto di Israele di garantire la sicurezza dei suoi cittadini. Si invitano le parti a esercitare moderazione per evitare un’espansione delle ostilità che causerebbe altre vittime e sofferenze ai civili”, questa la nota del ministero degli Esteri italiano.