“La Direzione Nazionale del Partito Repubblicano Italiano, preso atto dell’impossibilità da parte del campo progressista di costruire una valida alternativa di governo alle destre, ha deliberato di siglare un patto elettorale con Matteo Renzi, Italia Viva ed altri, al fine di creare un terzo polo dei laici, dei repubblicani e riformisti che affronti i bisogni del Paese nel solco del lavoro compiuto dal Presidente Draghi”. Lo comunica in una nota il Pri, il più antico partito esistente in Italia, protagonista della prima Repubblica e ora ridotto a percentuali microscopiche. Ma sempre, dal lontanissimo 1895, con lo stesso nome e simbolo (la foglia di edera a cinque punte).
Dopo le ultime esperienze al fianco di Ala di Denis Verdini (Politiche 2018) e di +Europa (Europee 2019) i repubblicani guidati da Corrado De Rinaldis Saponaro scelgono dunque di correre sotto le insegne renziane: “La direzione ha dato mandato al Segretario di raggiungere tutti gli accordi necessari per le candidature di uomini e donne che il Partito Repubblicano offrirà alla lista comune”, si legge nella nota. E tifano perché nel listone (o almeno nella coalizione) entri anche Carlo Calenda, fresco di rottura col Pd: “I Repubblicani auspicano che anche Azione dell’onorevole Calenda, dopo aver verificato l’impossibilità di partecipare all’alleanza di sinistra, possa far parte a pieno titolo di questa area politica”.