Scuola

Il “docente esperto” non convince. Critiche da M5s. Forza Italia: “Deve migliorare”. Il Pd chiede lo stralcio

La senatrice Pd Simona Malpezzi ha commentato: "È profondamente sbagliata la qualifica professionale di “docente esperto” che introduce una forma di carriera senza alcun confronto con le forze sociali, le associazioni dei docenti e al di fuori della sua sede naturale che è la contrattazione collettiva"

La norma che introduce il “docente esperto” non trova il favore dei partiti. Il Pd chiede lo stralcio del provvedimento, l’ex premier e attuale leader M5s Giuseppe Conte lo critica, così come l’ex ministra Lucia Azzolina, passata a Impegno Civico di Luigi di Maio. E la stessa Valentina Aprea di Forza Italia, pur difendendo la norma, dice che “va migliorata”. Il tutto nonostante il Decreto “Aiuti bis” sia già stato pubblicato in Gazzetta. La senatrice Pd Simona Malpezzi ha commentato: “È profondamente sbagliata la qualifica professionale di “docente esperto” che introduce una forma di carriera senza alcun confronto con le forze sociali, le associazioni dei docenti e al di fuori della sua sede naturale che è la contrattazione collettiva. Per questo, ne chiederemo lo stralcio. Siamo favorevoli alla definizione di incarichi e progressione di carriera per i docenti, ma non per Legge e senza condivisione con la scuola”.

Una posizione contraria, quindi, al governo: “Sviluppo professionale e formazione in servizio per i docenti sono obiettivi da conseguire, come leva di qualità della scuola e gratificazione dell’impegno degli insegnanti ma sono temi da affrontare nelle sedi opportune. Ribadiamo che per noi deve essere la contrattazione collettiva a definire questi aspetti: il contratto è scaduto da un anno e mentre in molti altri settori si stanno rinnovando, quello della scuola è fermo al palo”. Parole che sembrano sposare quelle pronunciate dalle organizzazioni sindacali nei giorni scorsi. Contro l’introduzione del docente esperto anche Conte che nelle ultime ore dalla sua pagina Facebook è intervenuto sulla questione: “Il governo Draghi ha deciso che l’1% degli insegnanti, dopo un percorso di formazione, fra 10 anni potrà essere definito “esperto” e così ricevere un assegno di 5.650 euro. Mentre tutti gli altri rimarranno ancorati al loro destino, fra stipendi inadeguati e precarietà. Non è questa la nostra idea di Paese: in Italia abbiamo gli insegnanti con gli stipendi fra i più bassi in Europa. Oltre 800mila docenti fondamentali per i nostri ragazzi, per le nostre scuole”. La sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia che ha scelto di stare con l’avvocato pugliese conferma la volontà di chiedere il ritiro ricordando che Malpezzi critica una norma che esce dall’agenda “Draghi”, “forse non condivisa dal partito Democratico”. Ma se la gran parte delle forze politiche non vogliono la norma, chi l’ha approvata? Nei corridoi di viale Trastevere si vocifera che sia stata una forzatura dei tecnici forse per andare incontro alle richieste dell’Ue. Resta il fatto che ora a difendere il docente esperto e il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi restano solo i membri di Italia viva.