Frena l’inflazione statunitense in luglio. L’incremento su base annua dei prezzi la consumo è stato dell’ 8,5% rispetto al + 9,1% registrato in giugno. Un dato al di sotto delle previsioni e che si spiega con il calo delle quotazioni energetiche intercorso tra le due rilevazioni. L’inflazione “core”, ossia depurata dalle componenti più variabili come energia e alimentari, segna un + 5,9%. Il dato era atteso anche come indicazione sulle prossime possibili mosse della banca centrale statunitense. Alla luce del raffreddamento dei prezzi la Federal Reserve potrebbe essere indotta a rallentare il ritmo della stretta monetaria, ovvero dell’aumento dei tassi di interesse. Tassi più alti hanno l’effetto di ridurre la quantità di denaro disponibile e quindi favoriscono una diminuzione dell’inflazione. Così facendo frenano però anche la crescita economica. Ecco perché il dato sull’inflazione inferiore alle attese, e quindi l’ipotesi di una Fed meno rigida, ha spinto al rialzo i listini azionari.
“Ci sono alcuni segnali di moderazione dell’inflazione”, ha detto il presidente Joe Biden parlando alla Casa Bianca. “Ci aspettiamo venti contrari ma la situazione sta migliorando”, ha aggiunto. “Abbiamo appena ricevuto la notizia che la nostra economia a luglio ha registrato un’inflazione dello 0% (il riferimento è all’aumento dei prezzi rispetto al mese precedente, ndr). Il prezzo di alcune cose è aumentato, ma quello di altre, come benzina e abbigliamento, è diminuito”, scrive la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre sottolineando che “il calo dei prezzi della benzina è il più veloce degli ultimi dieci anni e porta alle famiglie americane con due auto un risparmio medio di 106 dollari al mese“. Inoltre, spiega ancora la portavoce di Biden “i salari sono aumentati per la prima volta in quasi un anno”. Forti rialzi si registrano però ancora per i beni alimentari che segnano un + 10.9% su base annua, l’incremento più marcato dal 1979.
Oggi è stata diffusa anche la seconda lettura sull’inflazione italiana di luglio che l’Istat ha confermato al 7,9%. Bolzano è il capoluogo dove il carovita è più elevato (+ 10%), seguito da Trento (+ 9,5%). Bologna e Firenze si attestano all’8,6%, Milano all’ 8,1%, Roma al 7,5%, Napoli al 7,6%, . Campobasso è la città dove i prezzi sono saliti di meno rispetto al luglio 2021 registrando comunque un rincaro medio del 6,9%.