di Alessandro De Benedittis
L’estate non è più quella di una volta. I tempi sono cambiati. Il cambiamento climatico è ormai una realtà presente ad ogni latitudine. Chi come me sta per diventare genitore soffre di non poter guardare il futuro senza che si presentino all’immaginazione tetri scenari apocalittici. Dubita persino che un futuro qualsiasi ci possa essere, tante e tali sono le minacce: siccità, guerra mondiale, pandemie, miseria.
Allora mi chiedo: su cosa si confrontano e scontrano in questo momento i partiti, gli uomini politici, o più semplicemente gli uomini, i rappresentanti della nostra specie deputati alla nostra sopravvivenza? Lo spettacolo non è incoraggiante. Scissioni, opportunismi, ipocrisie, battute a effetto, offese. A proposito di questo, penso che il metro con cui valutare e scegliere chi dovrà governare questa parte di umanità (chiamata Italia) sia la qualità delle proposte che riguardano le crisi spaventose che ci minacciano. Che proposte contro il riscaldamento globale, quali contro la siccità, quali contro possibilità di escalation militari?
La destra emergente di questi ultimi tempi in questo la trovo poco rassicurante, per il fatto cioè che mi sembra totalmente indifferente a questi temi, come se ambiente, acqua, pace siano patrimonio solo di una parte della popolazione e non di tutta l’umanità, compresi loro e i loro figli.
Dall’altro lato mi sembra svanita l’alternativa. Il riposizionamento del Partito Democratico e la volontà di polarizzare lo scontro politico tra una destra e un’antidestra esclude le possibilità di un progetto politico che metta al centro questo genere di problemi. La scelta dovrebbe essere tra estrema destra e destra liberale? Le forze tradizionalmente di sinistra sono timide e si allineano col grande gruppo al centro rischiando così di snaturarsi. Resta il Movimento 5 Stelle, che se non alza la propria voce più convintamente sulle proprie battaglie rischia di lasciare senza rappresentanza milioni di cittadini.