Facebook (Meta) ha fornito ad un tribunale del Nebraska i contenuti di una chat privata tra una ragazza di 17 anni e la madre riguardanti un aborto farmacologico effettuato dalla giovane. Lo scrive il sito Vice -Motherboard, specializzato sul mondo internet e dei social media. Madre e figlia sono quindi state incriminate con diversi capi di imputazione. Secondo i documenti ottenuti da Vice l’aborto è avvenuto prima della che lo scorso giugno la Corte Suprema ribaltasse la storica sentenza Roe v Wade, in cui veniva sancito il diritto all’interruzione della gravidanza negli stati americani. Il sito sottolinea come il caso mostri in modo “scioccante” come l’aborto sarà perseguito d’ora in poi negli Stati Uniti e il modo in cui le aziende tecnologiche verranno sfruttate dalle forze dell’ordine per ottenere prove per le incriminazioni.

Secondo i documenti ottenuti dal tribunale, Celeste Burgess, 17 anni, e sua madre, Jessica Burgess, hanno acquistato on line un farmaco chiamato Pregnot, kit di mifepristone e misoprostolo, che viene spesso utilizzato per terminare in sicurezza la gravidanza nel primo trimestre di gestazione. In questo caso, Burgess era incinta di 28 settimane, oltre il limite delle 20 settimane dopo cui scatta il divieto di aborto il Nebraska. Lo Stato prevede deroghe a questa regola solo se la donna incinta è a rischio di morte o se corre un “serio rischio di compromissione fisica sostanziale e irreversibile di una delle principali funzioni corporee”. La ragazza è ora accusata di cinque crimini ed è sotto processo come maggiorenne.

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