A meno di due mesi dall’apertura delle urne, quando manca ancora una settimana all’inizio ufficiale della campagna elettorale, la contesa per la presidenza del Brasile è senza dubbio una volata a due tra il presidente in carica, Jair Bolsonaro, e l’ex capo dello Stato e leader del Partito dei lavoratori (Pt), Luiz Inacio ‘Lula’ da Silva. Mentre fino a pochi mesi fa il vantaggio mostrato da Lula nei sondaggi era visto quasi come irrecuperabile, da alcune settimane una tendenza alla ripresa di Bolsonaro sembra consolidarsi sempre più. Tutti i numerosi sondaggi, pur se effettuati su campioni molto piccoli, su territori limitati del Paese e a telefono, mostrano Lula in vantaggio tra il 6% e il 16%, ma la distanzia media tende a ridursi costantemente allontanando sempre più la possibilità di una vittoria del leader di sinistra al primo turno, il 2 ottobre. Non c’è storia in alcuno degli scenari per il terzo incomodo, il leader del Partito democratico laburista (Pdt), Ciro Gomes, accreditato tra il 9% e il 7% per cento e con prospettive in calo.

Per il professore di Politica internazionale dell’Università di Rio de Janeiro (Uerj) e opinionista della Tv Globo, Paulo Velasco, sentito da Ilfattoquotidiano.it, la ripresa di Bolsonaro è uno scenario previsto per effetto delle enormi risorse messe in campo dal governo per il pagamento di benefici a pioggia in favore di ampie fasce della popolazione. “La recente crescita di Bolsonaro ha molto a che vedere con i benefici approvati: l’aumento del 40% dell’Auxilio Brasil (simile al reddito di cittadinanza), i ricchi bonus carburante ai tassisti e ai camionisti. Senza contare l’essere riuscito a negoziare con gli Stati un taglio delle accise per ridurre i costi della benzina. Sono misure che l’elettore verifica nel suo quotidiano appena esce di casa e hanno un impatto enorme in termini elettorali. Questo è il vantaggio di chi è al potere e può gestire la macchina pubblica per orientare le risorse e poterne beneficiare elettoralmente”, afferma Velasco.

I bonus a sostegno del reddito delle famiglie piegate dall’aumento dell’inflazione, in crescita da oltre due anni, sono pagati a partire da oggi, ed è facile aspettarsi un aumento ulteriore del gradimento elettorale quando i cittadini avranno in mano il denaro. “Fondamentale è stato in questo – sostiene Velasco – anche il sostegno garantitogli dal Parlamento che ha approvato la riforma della Costituzione e permesso lo stanziamento delle risorse straordinarie fuori bilancio per poter pagare”. La legge in questione, approvata il primo luglio, è oggetto di indagine da parte della Corte dei conti. La norma riconosce lo stato di emergenza fino alla fine del 2022. Una condizione necessaria al governo per poter finanziare i benefici anti-inflazione, del valore complessivo di oltre 41 miliardi di real (circa 7,4 miliardi di euro). Senza questo passaggio il governo violerebbe infatti sia la legge sulla responsabilità fiscale, che impone un tetto alla spesa pubblica, sia la legge elettorale, che vieta l’approvazione di benefici economici a pioggia nell’anno elettorale. È proprio sulla strategia adottata dal governo per aumentare le spese che la magistratura contabile vuole vederci chiaro. L’impatto dell’indagine però è trascurabile dal punto di vista elettorale.

E trascurabile elettoralmente è per Velasco anche il fatto che le enormi risorse stanziate a debito “avranno l’effetto di una bomba fiscale sui conti del Paese che esploderà nelle mani di Bolsonaro o Lula a seconda di chi vincerà le elezioni”. A stretto giro intanto, secondo Velasco, sono anche altri gli elementi che favoriranno la ripresa nei sondaggi di Bolsonaro. “La disoccupazione si sta riducendo e anche questo è qualcosa che i cittadini vivono nel quotidiano in maniera intensa. Anche l’economia mostra una ripresa. Se le buone notizie economiche dovessero continuare ad arrivare molti cittadini potrebbero decidere di non voler cambiare direzione. Soprattutto quelle tante persone che sono state influenzate dalle frustrazioni economiche e che da queste sono state spinte a valutare un voto di cambiamento per Lula che ha lasciato dietro di sé un’immagine di benessere per la popolazione”. Secondo Veloso lo scenario attuale era ampiamente previsto da Lula e dai responsabili della sua campagna elettorale. “L’ex presidente contava già di aver raggiunto il punto più alto di apprezzamento e già considerava di perdere voti, verso centro o verso Bolsonaro”. Al momento le preferenze sembrano travasare verso Bolsonaro, elemento che consolida anche la tendenza alla polarizzazione estrema dell’elettorato in vista delle elezioni.

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