“Fare di Jova Beach Party un bersaglio ecologista è semplicemente assurdo, perché la verità è proprio che noi siamo la più grande iniziativa che parla di ambiente mai fatta in Italia“. È un Jovanotti “scatenato” quello che replica alla lettera aperta del divulgatore scientifico Mario Tozzi, pubblicata su La Stampa: il cantante risponde attraverso lo stesso quotidiano, replica punto per punto alle osservazioni del geologo e agli haters che da settimane lo attaccano per l’impatto ambientale del Jova Beach Party dice apertamente “non ho niente di cui pentirmi”.
JOVANOTTI RISPONDE ALLA LETTERA DI MARIO TOZZI – La lettera di Jovanotti parte con una presa di posizione netta sulla definizione di “econazisti” che il cantante ha utilizzato qualche giorno fa contro quegli ambientalisti lo hanno preso di mira. Non solo non arretra ma la rivendica definendoli “mitomani pericolosi che polarizzano violentemente la grande questione dell’ecologia dentro a piccoli brand personali non accreditati se non da loro stessi e dai like rimediati a vanvera. Li ho chiamati econazisti perché essi lo sono, serpeggia nei loro post (che sono un nuovo tipo di arma) e nelle loro minacce squadriste dirette e indirette questa idea di purezza assoluta da perseguire ad ogni costo”. Poi, rivolgendosi direttamente a Mario Tozzi, scrive: “Seguo il tuo lavoro di scienziato e di divulgatore da tanto tempo e mi ricordo quando nel 2019 hai difeso le nostre feste in spiaggia, non capisco quindi cosa sia cambiato nel frattempo”. Quanto alla collaborazione con WWF, spiega che è cominciata nel 2019 e che in questa edizione le cose sono state fatte ancora meglio. “Io non ho competenze specifiche, loro ne hanno”.
I PROTOCOLLI MESSI IN ATTO AL JOVA BEACH PARTY – Jovanotti è un fiume in piena ed elenca le attività messe in atto per limitare l’impatto ambientale, sempre in collaborazione con il WWF nazionale che “ha coordinato un team di tecnici ed esperti, ha scandagliato ogni metro quadro e valutato tutte le questioni perché tutto si svolgesse sempre in aree senza criticità ecologica di nessun tipo“. Il cantante svela che il lavoro è durato un anno intero ed è servito a “studiare e poi applicare tutte le soluzioni possibili in quanto a raccolta di rifiuti, eliminazione di materiali non compostabili, pulizia preventiva e successiva agli eventi, perfino le frequenze sonore, attenzione ai dettagli, coinvolgimento del pubblico sui temi della sostenibilità, rispetto delle normative di legge. Io davvero, per quello che ho potuto verificare e fidandomi di gente esperta che ci affianca in questa avventura, non ho niente di cui pentirmi”. Per questo, secondo la pop star il JBP è “la più grande iniziativa che parla di ambiente mai fatta in Italia” poi svela che è pronto un progetto di pulizia e ripristino ecologico di 20 milioni di metri quadri di ambienti a rischio nel paese. “Mi dovete bruciare in piazza perché io smetta di sostenere quello che ti sto dicendo: le nostre feste sono una bella cosa e fatta bene”.
LA REPLICA SULLE RUSPE IN SPIAGGIA E LA DIFESA DELLE TARTARUGHE – A Mario Tozzi, che aveva sottolineato come dal suo punto di vista non era “una delle migliori idee passare con le ruspe prima dell’evento o imporre un mega palco di quelle dimensioni”, Jovanotti risponde spiegando che le spiagge scelte per il JBP “sono luoghi urbanizzati, sono aree dove le ruspe ci passano quasi tutte le mattine da maggio a ottobre anche senza JovaBeach. Noi in più le curiamo bene e quando andiamo via sono meglio di come le abbiamo trovate”. E aggiunge rispetto alle critiche sulla presenza di specie animali che nidificano sulla costa: “Non andiamo mai, nemmeno una volta, in luoghi dove c’è la possibilità di nidificazione del fratino o presenza di caretta caretta o altre specie animali o vegetali protette. A me il fratino sta a cuore, penso di essere uno dei tre italiani che ne conosceva l’esistenza prima del 2019 quando noi lo portammo agli onori delle cronache”. Anche sulla questione dune è categorico e cita i dati del WWF: “Le dune naturali nelle spiagge dove suoniamo non ci sono più da decenni e spesso non ci sono mai state, e prima della costruzione di frangiflutti artificiali non c’era neanche la sabbia: la spiaggia di Lido di Fermo non è più “naturale” di hyde park o del prato di San Siro”.
L’ATTACCO FRONTALE AGLI ECONAZISTI – Il finale della lettera pubblicata da La Stampa è un attacco frontale agli ambientalisti-integralisti che Jovanotti rivela di aver invitato ai concerti per osservare con i loro occhi ciò che accade. E se la prende di striscio anche con Mario Tozzi: “Nessuno di quelli che ci criticano ha mai visto quello che facciamo, neanche tu, bisognerebbe almeno vedere quello che accade in una giornata”. Poi muove accuse più gravi: “Fanno fotomontaggi, pubblicano vecchie foto che non c’entrano niente con noi, parlano a casaccio, mettono insieme qualche pregiudizio e sputano veleno a caso inquinando una questione enorme che ha bisogno invece di inclusione, serietà, studio, chiarezza, interesse, motivazione reale, entusiasmo verso il futuro possibile”. Infine arriva l’invito distensivo al geologo: “Tu prof Tozzi sei uno serio, sei uno che sa le cose e le sa anche comunicare, io ti invito a vedere di persona quello che facciamo, dove vorrai, ti offro anche della frutta fresca in contenitore compostabile, o una birra al tramonto se vorrai”.