Era il 20 novembre 2021 e Matteo Renzi, dal palco della Leopolda e abbracciato al deputato di Azione, Enrico Costa, gridò la sua profezia-auspicio su un accordo elettorale col partito di Calenda, siglato dopo molte peripezie proprio oggi: “Non riesco a capire come alle prossime elezioni politiche potremo andare divisi, mi sembra impossibile”.
Non fu altrettanto lungimirante Carlo Calenda, il quale, ospite della trasmissione “L’aria che tira” (La7) due giorni dopo, tuonò: “Di Renzi non me ne frega niente e non me ne può frega’ de meno. Del centro di Renzi non me ne frega nulla, non faccio politica in questo modo. Renzi dice “a” e fa “b”, quindi faccia quello che gli pare, vada in Arabia Saudita, faccia il suo centro – continuò – con Toti, Brugnaro, suo zio, suo papà e il cugino. Noi facciamo un lavoro diverso. Questa visione politica mi fa orrore. Elezioni politiche nel 2002? Andrò da solo. E con chi devo andare? Con + Europa abbiamo lavorato bene, stiamo insieme nei gruppi parlamentari, facciamo proposte insieme. Così si fa politica“.
E aggiunse: “Oggi è a Dubai a fare una conferenza pagata. Renzi non ci ascolta perché non gli può frega’ de meno: è in un Paese che continua a dargli uno spazio mediatico spropositato e lui va a guadagnare dei soldi, mentre è pagato dagli italiani. Non abbiamo nessuna intenzione di fare un partito con Renzi, che è un concetto diverso dall’alleanza. La rifondazione della politica – rincarò – non si fa mettendo insieme pezzettini che in Sicilia si alleano con Miccichè e Cuffaro o coi 5 Stelle. Non me ne frega niente di Renzi e di questo centro che è un fritto misto. Mi fa orrore. Mi sono rotto le balle. È da un anno che lo dico e lo ripeto: non farò politica con Renzi perché questo modo di fare politica mi fa orrore”.