di Michele Sanfilippo
Più parlo con i miei amici e conoscenti e più emerge la domanda: ma chi voteremo il 25 settembre? Premetto che le persone che frequento sono quasi tutte di sinistra e quasi tutte deluse irreparabilmente del Pd. Molti di noi avevano intravisto nel Movimento 5 Stelle non tanto la forza politica di riferimento per farsi carico di provare a realizzare le nostre aspettative, ma una forza genuinamente nata dal basso, che metteva in cima alla propria agenda temi che il Pd aveva ormai messo nell’ultimo del cassetti di un ripostiglio polveroso.
Tra gli argomenti principali penso alla tutela dell’ambiente, la lotta alla corruzione (che passa per quell’intreccio tra politica e affari che ormai è il cancro della politica), la riforma della giustizia e le tutele sociali per i più deboli. Il Pd, come sempre, non ha voluto tenere conto di queste istanze. Credo che ricordiamo tutti che, alla proposta di Grillo al Pd di prendersi il loro programma in cambio dello scioglimento del Movimento, l’impagabile Fassino rispose: “Grillo, se vuoi far politica, fatti un partito tutto tuo”.
Questo clamoroso rifiuto accompagnato alla deplorevole furbata del Movimento di non dichiarare un orientamento politico ha determinato, alle elezioni del 2018, un successo elettorale senza precedenti che, però, ha fatto nascere un colosso dai piedi d’argilla. È entrato di tutto: tutti i delusi della destra, si pensi a Paragone che oggi è il leader di ItalExit, e tutti i delusi della sinistra. Non so se ho preso io un abbaglio pensando che il Movimento fosse una forza di sinistra o Paragone a credere che fosse una forza sovranista.
Sta di fatto che oggi, dopo mille errori, il Movimento ne risulta decisamente molto ridimensionato, ma mi sembra che non solo sia più coeso in senso progressista ma sia guidato da una persona capace e onesta. Torno a parlare ai miei amici. Forse sbaglio ancora ma, in mancanza di una qualsiasi alternativa che mi risulti accettabile, credo, o forse mi piacerebbe, che intorno al Movimento ci siano le premesse per far nascere qualcosa che possa riportare al voto tutti i delusi come me, come voi.
La sinistra storica, il Pd in particolare, in questi anni ha bruciato tante persone per bene. Ai tempi di D’Alema furono accantonati mandandoli a fare i sindaci Cacciari o Cofferati. Più recentemente Anna Falcone con la sua Primavera Democratica, Giuseppe Civati o Tomaso Montanari. Persone che non erano abbastanza flessibili per fare la politica come si usa oggi (basti pensare a come la fa Renzi). Persone che fanno sperare che non è vero che ognuno ha il suo prezzo, come piace far credere alla stampa mainstream che gongola ogni volta che ci induce a pensare che: “sono tutti uguali”.
Sarebbe bello pensare che il Movimento sappia guardare oltre se stesso e sappia candidare persone di tale statura anche se non erano militanti. Del resto, Conte arriva proprio perché qualcuno è stato capace di guardarsi intorno. Non c’è molto tempo. Anzi, ce n’è pochissimo, ma se c’è qualcuno è ora di battere un colpo.