C’è anche un finanziere che ha ricoperto il ruolo di caposcorta di Raffaele Cantone, magistrato ed ex presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, tra le 18 persone indagate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e dal nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza. A sette suoi colleghi – tra cui un tenente colonnello del nucleo anticorruzione di Roma, tre poliziotti e un militare della Capitaneria di porto – l’accusa contesta di aver ricevuto dall’imprenditore Luigi Scavone, già arrestato e poi condannato in primo grado a tre anni e dieci mesi per frode fiscale, denaro e altre utilità in cambio di omessi controlli e informazioni riservate. Secondo quanto emerso dalle indagini, Scavone – ex patron della società di lavoro interinale Alma spa – ha utilizzato allo scopo circa 150mila euro, elargendo regali che arrivavano a costarne, da soli, anche quarantamila. La Dda ha chiesto nei mesi scorsi tredici misure cautelari, ma il gip non le ha concesse. La Procura ha quindi impugnato e il Riesame ha disposto i domiciliari per Scavone e la sospensione dal lavoro per cinque finanzieri, ma le misure non sono state eseguite perché contro il provvedimento è stato presentato ricorso in Cassazione.
L’ex caposcorta di Cantone, Walter Pisani, è accusato di aver ottenuto l’assunzione della nipote e della sorella in una delle società del gruppo di Scavone. Nei suoi confronti, la richiesta di misura cautelare è stata rigettata dal gip per assenza dei gravi indizi di colpevolezza. Altri finanzieri sono accusati di aver “ricevuto regali di valore considerevole e altre utilità”, come borse di lusso, viaggi e biglietti per le partite del Napoli, dall’imprenditore. Secondo i pubblici ministeri, Scavone si è speso anche per l’assunzione dell’ex moglie di un colonnello della Guardia di Finanza e, a un altro finanziere, ha regalato “…un viaggio per tutta la sua famiglia e una borsa Louis Vuitton, il tutto per un valore di circa 6mila euro”. Informazioni, fa sapere la Gdf, che erano già state recuperate grazie a “capillari, approfonditi e dispendiosi accertamenti tecnici”. Scavone, convinto dagli inquirenti, ha deciso di fornire le credenziali di accesso al suo cloud: la comparazione tra i backup delle chat (che aveva cancellato) trovati sul web e le informazioni recuperate dai finanzieri hanno fornito un riscontro positivo.
A quanto risulta dalle indagini, l’imprenditore ha anche messo a disposizione di alcuni militari beni di lusso come costosissime Ferrari e lussuose imbarcazioni, frutto – spiegano i giudici – della sua “enorme disponibilità economica“. Dalle intercettazioni, infine, emerge che gli indagati stavano ipotizzando ritorsioni nei confronti del generale Domenico Napolitano, comandante del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Napoli (in procinto di assumere il comando provinciale della Guardia di finanza di Palermo), che stava indagando sulle presunte “mele marce” all’interno del corpo.
Aggiornato da redazione web alle 15:39 del 16 agosto 2022
Giustizia & Impunità
Napoli, indagato l’ex caposcorta di Raffaele Cantone: “Fece assumere la nipote e la sorella dall’imprenditore Scavone in cambio di favori”
Sono 18 gli indagati dalla Dda napoletana per aver ricevuto dall'ex patron di Alma spa - già condannato in primo grado per frode fiscale - denaro e altre utilità in cambio di omessi controlli e informazioni riservate. L'ex caposcorta del magistrato, Walter Pisani, è accusato di aver ottenuto l’assunzione della nipote e della sorella in una delle società del gruppo di Scavone
C’è anche un finanziere che ha ricoperto il ruolo di caposcorta di Raffaele Cantone, magistrato ed ex presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, tra le 18 persone indagate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e dal nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza. A sette suoi colleghi – tra cui un tenente colonnello del nucleo anticorruzione di Roma, tre poliziotti e un militare della Capitaneria di porto – l’accusa contesta di aver ricevuto dall’imprenditore Luigi Scavone, già arrestato e poi condannato in primo grado a tre anni e dieci mesi per frode fiscale, denaro e altre utilità in cambio di omessi controlli e informazioni riservate. Secondo quanto emerso dalle indagini, Scavone – ex patron della società di lavoro interinale Alma spa – ha utilizzato allo scopo circa 150mila euro, elargendo regali che arrivavano a costarne, da soli, anche quarantamila. La Dda ha chiesto nei mesi scorsi tredici misure cautelari, ma il gip non le ha concesse. La Procura ha quindi impugnato e il Riesame ha disposto i domiciliari per Scavone e la sospensione dal lavoro per cinque finanzieri, ma le misure non sono state eseguite perché contro il provvedimento è stato presentato ricorso in Cassazione.
L’ex caposcorta di Cantone, Walter Pisani, è accusato di aver ottenuto l’assunzione della nipote e della sorella in una delle società del gruppo di Scavone. Nei suoi confronti, la richiesta di misura cautelare è stata rigettata dal gip per assenza dei gravi indizi di colpevolezza. Altri finanzieri sono accusati di aver “ricevuto regali di valore considerevole e altre utilità”, come borse di lusso, viaggi e biglietti per le partite del Napoli, dall’imprenditore. Secondo i pubblici ministeri, Scavone si è speso anche per l’assunzione dell’ex moglie di un colonnello della Guardia di Finanza e, a un altro finanziere, ha regalato “…un viaggio per tutta la sua famiglia e una borsa Louis Vuitton, il tutto per un valore di circa 6mila euro”. Informazioni, fa sapere la Gdf, che erano già state recuperate grazie a “capillari, approfonditi e dispendiosi accertamenti tecnici”. Scavone, convinto dagli inquirenti, ha deciso di fornire le credenziali di accesso al suo cloud: la comparazione tra i backup delle chat (che aveva cancellato) trovati sul web e le informazioni recuperate dai finanzieri hanno fornito un riscontro positivo.
A quanto risulta dalle indagini, l’imprenditore ha anche messo a disposizione di alcuni militari beni di lusso come costosissime Ferrari e lussuose imbarcazioni, frutto – spiegano i giudici – della sua “enorme disponibilità economica“. Dalle intercettazioni, infine, emerge che gli indagati stavano ipotizzando ritorsioni nei confronti del generale Domenico Napolitano, comandante del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Napoli (in procinto di assumere il comando provinciale della Guardia di finanza di Palermo), che stava indagando sulle presunte “mele marce” all’interno del corpo.
Aggiornato da redazione web alle 15:39 del 16 agosto 2022
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Catania, arrestato primario del Policlinico per corruzione: è accusato di avere intascato tangenti anche nel bagno del suo ufficio
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.