Attualità

Morto Piero Angela, aveva 93 anni. L’annuncio del figlio Alberto: “Buon viaggio papà”

di F. Q.

È morto a 93 anni Piero Angela. A dare l’annuncio della scomparsa del celebre giornalista e più grande divulgatore scientifico italiano è il figlio Alberto su Twitter: “Buon viaggio papà”, è il suo messaggio accompagnato da una foto. Con le sue spiegazioni puntuali e i suoi modi garbati, Piero Angela è stato uno dei volti più amati della Rai, la sua seconda casa dove ha lavorato per sessantacinque anni rendendo un perfetto esempio di servizio pubblico: con il suo programma Superquark, in onda su Rai 1, ha fatto la storia della televisione italiana. Passione, chiarezza e razionalità sono stati i mantra della sua vita, che lui ha votato alla scienza con l’obiettivo altissimo di renderla alla portata di tutti. Per fare ciò ha saputo creare un nuovo linguaggio, un nuovo modo di concepire la conoscenza: “Divulgare significa semplicemente tradurre, cioè dire la stessa cosa con altre parole”, spiegava parlando del suo lavoro. Una dedizione totale, la sua, una vera e propria missione gli è valsa l’attribuzione di otto lauree honoris causa.

Figlio di Carlo Angela, medico antifascista che, come lui stesso raccontò, gli insegnò “ad essere razionale” e gli impartì “un’educazione molto piemontese: molto rigida, con principi molto severi, tra cui quello di tenersi un passo indietro sempre”; Piero Angela nacque a Torino nel 1928. Dopo gli studi al liceo classico, nel 1952 iniziò la sua carriera giornalistica (mestiere che ha perseguito per 70 anni) in Rai come cronista radiofonico, divenendo poi inviato e infine conduttore dei primi telegiornali. Partì dal Giornale Radio, poi con l’avvento della tv nel 1954 passò al telegiornale, per il quale fu per anni corrispondente dall’estero; poi nel 1976 fu il primo conduttore del Tg2. Inviato di guerra, anche in Vietnam, trovò infine nella divulgazione scientifica la sua vera e definitiva strada, realizzando già dalla fine degli anni ’70 programmi di questo tipo fino alla nascita di Quark. La sua notorietà è legata infatti proprio ai programmi televisivi di divulgazione scientifica di tipo anglosassone, con i quali ha fondato per la televisione italiana una solida tradizione documentaristica: nel 1981 ha lanciato l’iconico Quark, divenuto poi nel 1995 Superquark, tutt’oggi una delle trasmissioni più amate dal pubblico del piccolo schermo. “Il titolo Quark è un po’ curioso e lo abbiamo preso a prestito dalla fisica – aveva raccontato Angela spiegando la genesi del nome -, dove molti studi sono in corso su certe ipotetiche particelle subnucleari chiamate appunto quark, che sarebbero i più piccoli mattoni della materia finora conosciuti. È quindi un po’ un andare dentro le cose“.

Da lì nacquero tutti i successivi programmi, come tra gli altri Superquark e Ulisse, da cui partì la collaborazione anche con il figlio, Alberto. Angela fu antesignano in molte cose, come ad esempio nella lotta alle fake news: nel 1989 è stato infatti tra i fondatori del Cicap, associazione per il controllo sulle pseudoscienze, nata per promuovere l’educazione scientifica e lo spirito critico, e per indagare sull’effettiva esistenza dei presunti fenomeni paranormali. Non tutti sanno, però, che Piero Angela era anche un ottimo pianista jazz: prima di dedicarsi al giornalismo, nei primi anni Cinquanta, formò infatti, insieme con il batterista Franco Mondini, un trio jazz in cui si alternarono vari contrabbassisti. Al trio si aggiunsero spesso solisti di richiamo e il gruppo pubblicò anche un fisco di jazz al pianoforte, cosa che lui definisce nella sua lettera d’addio al pubblico come una “piccola soddisfazione”. Schivo e riservato nella vita privata, era sposato con Margherita Pastore da cui ha avuto due figli, Christine e Alberto, che ha seguito le sue orme raccogliendone l’eredità e affiancandolo in tanti progetti. “Abbiamo fatto tanti viaggi in famiglia – ha raccontato una volta quest’ultimo – ma le storie più belle erano quelle di papà, le sue avventure: ascoltarlo era un po’ come leggere Salgari. Ha cominciato che non c’era la televisione ed è ancora in prima serata: è un patrimonio”.

Nella sua lunga carriera ha svolto un’intensa attività di educazione scientifica non solo in tv ma anche tenendo conferenze e scrivendo articoli su quotidiani e riviste (ad esempio ha curato la rubrica “Scienza e società” sul settimanale “Tv Sorrisi e Canzoni“). Numerosi poi i premi non solo in Italia ma anche all’estero (negli Stati Uniti e in Giappone) tra cui il prestigioso premio internazionale Kalinga dell’Unesco per la divulgazione scientifica. Tra le sue tyante pubblicazioni, sempre di carattere scientifico-divulgativo, ricordiamo: Nel cosmo alla ricerca della vita (1980); La macchina per pensare (1983); Oceani (1991); La sfida del secolo (2006); Perché dobbiamo fare più figli (con L. Pinna, 2008); A cosa serve la politica? (2011); Dietro le quinte della Storia. La vita quotidiana attraverso il tempo (con A. Barbero, 2012); Viaggio dentro la mente: conoscere il cervello per tenerlo in forma (2014); Tredici miliardi di anni. Il romanzo dell’universo (2015); Gli occhi della Gioconda (2016). Nel 2017 ha pubblicato il libro autobiografico Il mio lungo viaggio. Nel 2004 è stato insignito del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e nel 2021 del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Immediato il cordoglio unanime per la sua scomparsa, sia da parte dei suoi tanti fan che di colleghi e della politica: “Un grande divulgatore, un uomo di scienza e di cultura che, sfruttando le possibilità del servizio pubblico televisivo – lo ha ricordato il ministro della Cultura, Dario Franceschini -, ha permesso a intere generazioni di italiani di avvicinarsi alla scienza e comprenderne i segreti. Un grande italiano, un uomo elegante e rigoroso capace di trasmettere il piacere della scoperta e della conoscenza. Mi stringo al dolore del figlio Alberto e di tutta la famiglia in questa triste giornata”. “Ci lascia #PieroAngela un vero fuoriclasse della divulgazione scientifica. Abbiamo imparato ad amare la #scienza grazie ai suoi programmi tv che sapevano parlare davvero a tutti. Ci mancheranno tantissimo la sua intelligenza, la sua cultura, la sua gentilezza”, ha scritto su Twitter il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

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