I diritti, da ddl Zan e matrimonio egualitario fino a Ius scholae e Cannabis, poi l’aumento dei salari e le case popolari. Enrico Letta, intervenendo in direzione Pd a una settimana dal fallimento dell’accordo con Carlo Calenda, ha parlato dei temi su cui i dem intendono concentrare la campagna elettorale delle prossime settimane. Ed è partito dai diritti, sui quali da anni ai dem viene rinfacciato di non aver fatto abbastanza. Sulla bozza hanno lavorato diversi tavoli coordinati dai vicesegretari e alla fine l’organismo nazionale ha dato il via libera all’unanimità. Il cuore del testo, stando a quanto anticipato dal leader, sono proprio quelle proposte sui diritti che sono fallite durante la legislatura attuale (e pure in quelle precedenti) e che, se i sondaggi fossero confermati, molto difficilmente potrebbero trovare spazio nel prossimo Parlamento. Intanto il primo a ringraziare pubblicamente Letta è stato il deputato Alessandro Zan: “Orgoglioso del Pd”, ha scritto su Twitter, “che ha inserito il matrimonio egualitario nel programma e ringrazio il segretario per la fermezza sui diritti. Il modo migliore di rispondere al tentativo ridicolo della destra di queste ore di ripulirsi dalla loro più violenta omotransfobia”.
“I tre pilastri” del programma – Sono tre i punti di partenza del programma Pd: “Sviluppo sostenibile e transizioni ecologica e digitale; lavoro, conoscenza e giustizia sociale; diritti e cittadinanza“, si legge nel testo. “Sono tre pilastri perché se anche uno solo di essi cade o viene gravemente danneggiato la nostra democrazia collassa. Affermare dunque – come da anni fanno le destre estreme di Giorgia Meloni e Matteo Salvini – che occuparsi dei diritti non è mai urgente, o che la sostenibilità ambientale può essere rimandata a domani e poi al giorno dopo, vuol dire non comprendere la fragilità della nostra democrazia o, semplicemente, disinteressarsene”. Si tratta in totale di 44 schede tematiche che, come ha promesso Enrico Letta, verranno illustrate con “una proposta al giorno” nel corso della campagna elettorale.
I diritti: da ddl Zan a Ius scholae e Cannabis – Proprio il campo dei diritti è quello su cui i dem per anni sono stati accusati di essere poco o per niente incisivi. “Approveremo subito il ddl Zan”, si legge nella bozza diffusa in queste ore e che parte proprio dalla legge affossata a Palazzo Madama a un passo dal via libera, “e introdurremo il matrimonio egualitario. Un paese civile non esclude, non emargina, non ghettizza. Le battaglie della comunità LGBTQI+ sono semplicemente richieste di uguaglianza: sono la voce di milioni di italiane e italiani che rivendicano libertà e autodeterminazione, che vogliono pari dignità. Per la destra non è mai il momento, noi crediamo che l’Italia sia già in ritardo”. Poi viene citata la riforma della legge sulla cittadinanza, altro tema che divide il Parlamento: “Introdurremo lo Ius Scholae, per superare le ingiustificate discriminazioni che ancora oggi vediamo nelle classi italiane. A settembre, bambine e bambini torneranno nelle scuole. Studieranno insieme, mangeranno insieme, giocheranno insieme. È il momento di introdurre una norma che non è solo civiltà: è prima di tutto buonsenso. Chi è figlio di genitori stranieri e completa un ciclo di studi in Italia diventa cittadino italiano”. Quindi si parla di fine vita: la necessità che si proceda con una legge che l’Italia aspetta da svariate legislature. “Approveremo una legge sul fine vita”, si legge nel programma, “per difendere fino all’ultimo dignità e autodeterminazione, in linea con le indicazioni della Corte costituzionale. Tutte le democrazie avanzate discutono del tema, abbiamo il dovere di fare lo stesso”. Per quanto riguarda la Cannabis, nella bozza si legge: “Nell’ambito delle politiche di contrasto alle mafie e alla criminalità organizzata, riteniamo sia arrivato il momento di legalizzare l’autoproduzione per uso personale e fare in modo che la cannabis terapuetica sia effettivamente garantita ai pazienti che ne hanno bisogno”.
500mila alloggi popolari – Stando alle ultime indiscrezioni, il programma continua parlando poi di diritto alla casa: “Lanceremo una nuova stagione di politiche abitative per garantire il diritto alla casa”, si legge nella bozza di testo. “Lo faremo realizzando 500.000 alloggi popolari nei prossimi 10 anni. Utilizzeremo interventi di rigenerazione urbana per limitare al massimo il consumo di suolo e per dare nuova vita agli spazi meno curati delle nostre città. Perché bellezza, dignità e protezione sociale, possono andare di pari passo”.
Lavoro e salari – Per quanto riguarda il lavoro, ci si concentra sui salari: “Siamo l’unico paese europeo, in cui i salari sono scesi e non saliti”, si legge. Il “tema del lavoro” deve essere il centro “di tutte le nostre riflessioni. La nostra proposta è una mensilità in più alla fine dell’anno, grazie a una riduzione shock delle tasse sul lavoro. I miliardari come Berlusconi potranno avere solo vantaggi dalla flat tax, ma gli altri pagheranno per dare meno tasse ai più ricchi”. E ancora: “Dopo l’introduzione del salario minimo e del Reddito di Cittadinanza (che andrà opportunamente ricalibrato secondo le indicazioni elaborate dalla Commissione Saraceno, a partire dall’ingiustificata penalizzazione delle famiglie numerose e/o con minori) è necessario completare il sistema con un altro meccanismo: l’integrazione pubblica alla retribuzione (in-work benefit) in favore dei lavoratori e delle lavoratrici a basso reddito, come proposto dalla Commissione sul lavoro povero”. E si chiude: “Vogliamo favorire una maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione, a partire dai 63 anni di età, da realizzarsi nell’ambito dell’attuale regime contributivo e in coerenza con l’equilibrio di medio e lungo termine del sistema previdenziale. Va inoltre introdotta per le nuove generazioni una pensione base legata alla contribuzione per le persone che svolgono attività lavorative povere o discontinue”, si legge.
La difesa comune – Nel testo si parla anche di politica europea e di difesa dell’Unione: “Dobbiamo al contempo puntare con decisione su un progetto di integrazione, razionalizzazione e coordinamento della politica di sicurezza e difesa europea, valorizzando l’autonomia strategica dell’Unione Europea. Con l’approvazione della nuova “Bussola strategica”, la UE ha assunto con più decisione la prospettiva della costruzione di una Difesa comune. È un punto che riteniamo decisivo affinché l’Europa sia sempre più influente nel contesto globale”. E ancora: “E’ evidente – continua il testo – che una Difesa comune non può ridursi ad essere identificata esclusivamente con un “esercito comune”. Occorre che sia condivisa l’analisi delle minacce, che vi sia una agenda europea, che si gestiscano insieme strumenti e risorse. Una scelta tutta politica, prima che militare”.
Contro le liste bloccate e per la sfiducia costruttiva – A proposito della legge elettorale, che fu voluta dallo stesso Pd e ora disconosciuta, il programma recita: “Per noi è fondamentale rendere più forte, partecipato e trasparente il sistema politico italiano. La pessima legge elettorale con la quale andiamo a votare deve essere cambiata, perché le liste bloccate sviliscono il ruolo del parlamentare, ne condizionano i comportamenti. Ci impegniamo a proporre, lungo queste linee, una nuova legge elettorale al Parlamento sin dai primi mesi della prossima legislatura per superare la frammentazione, il trasformismo, per ridurre gli effetti distorsivi sulla rappresentanza legati al taglio dei parlamentari e per favorire la costruzione di forze politiche stabili e dotate di una riconoscibile identità”. Inoltre, si propone di introdurre un nuovo sistema: “Infine, per riconciliarsi con un’opinione pubblica sempre più attonita di fronte alle continue staffette di governo, la nostra democrazia ha bisogno di meccanismi che limitino le crisi al buio, a partire dall’introduzione della sfiducia costruttiva“.
Rigassificatori temporanei – Sulla questione rigassificatori, che ha provocato numerosi problemi anche nella maggioranza che sosteneva il governo Draghi, la bozza del testo dice: “Altra cosa è il tema dei rigassificatori, il cui ricorso appare necessario, ma a condizione che essi costituiscano soluzioni-ponte, che rimangano attivi solo pochi anni e che possano essere smobilitati ben prima del 2050, proprio per non interrompere la prospettiva della transizione ecologica. I territori dove verranno installati dovranno inoltre essere coinvolti nelle decisioni e adeguatamente compensati per l’impatto economico e sociale attraverso l’istituzione di un fondo ad hoc”. In quest’ottica, il Pd propone l’istituzione di un Fondo nazionale compensativo ‘anti-Nimby’ per le compensazioni. In generale, parlando di transizione ecologica nella bozza si chiarisce tra l’altro che “la sfida della lotta al cambiamento climatico non deve essere combattuta in chiave difensiva”.
Trasporti gratis per giovani e anziani – Sui trasporti, il programma recita: “Proponiamo, inoltre, strumenti per incentivare la mobilità sostenibile, sia introducendo il trasporto pubblico locale gratuito per giovani e anziani, sia incentivando, per le altre categorie, schemi di sconto sul prezzo del servizio di trasporto sostenibile legati all’intensità dell’uso del mezzo, misurato dal biglietto elettronico”.