L’insonnia è tra i disturbi più diffusi del sonno. Spesso colpisce persone che soffrono d’ansia o, più precisamente, di “disturbo d’ansia generalizzato”. Insonnia e ansia possono essere trattate anche con terapie non strettamente farmacologiche – che diverse volte danno effetti indesiderati o dipendenza – basate sui rimedi fitoterapici. Nonostante si citino alcune piante di elezione tipiche per questi disturbi, non ci sono in letteratura scientifica sufficienti ricerche in questo ambito. Un recente studio spagnolo pubblicato su Planta Med (“Medicinal Plants for Insomnia Related to Anxiety: An Updated Review”), ha provato a colmare questa lacuna. Un gruppo di ricercatori spagnoli ha infatti indagato, sulla base anche di trial clinici, 23 erbe/piante medicinali, oli essenziali e le loro associazioni nel controllare la sintomatologia legata ad ansia e insonnia in differenti contesti clinici. Dalla ricerca è emerso che all’interno di 23 possibili rimedi fitoterapici alcune piante come valeriana, passiflora, ashwagandha, e la combinazione di valeriana con luppolo e passiflora hanno mostrato una buona efficacia. Abbiamo chiesto al professor Gioacchino Calapai, professore ordinario di Farmacologia dell’Università di Messina, già membro della Commissione per i Farmaci Vegetali dell’European Medicines Agency, di spiegarci lo stato attuale delle conoscenze su questo tipo di rimedi nel trattamento di insonnia e ansia. “Nella letteratura scientifica possono essere rintracciati diversi studi clinici che certificano l’efficacia di prodotti basati su sostanze naturali per il trattamento dell’insonnia. Prodotti il cui impiego spesso espone l’individuo a rischi minori rispetto ai farmaci di sintesi”, ci spiega Calapai.
Professor Calapai, ancora oggi però non sono molti i medici che ricorrono a questi rimedi.
“Esistono varie ragioni. Scarsa conoscenza dei medici dei prodotti naturali, abitudine nell’affidarsi al farmaco sintetico, reale difficoltà nella scelta del prodotto adeguato. Quest’ultima motivazione è particolarmente motivata in Italia, poiché nel nostro Paese sono presenti sul mercato centinaia di prodotti naturali per i disturbi del sonno spesso formulati con troppa fantasia dalle aziende che li producono o che non contengono le quantità di ingredienti che si sono dimostrate efficaci negli studi clinici. Molti considerano non adatti i farmaci usati per il trattamento dei disturbi del sonno e si rivolgono a nuove e migliori opzioni, in particolare provenienti proprio dal settore dei prodotti basati su sostanze naturali. Nonostante ciò, l’uso eccessivo di benzodiazepine per il trattamento di ansia, umore e disturbi del sonno continua a essere un problema nella pratica clinica. I farmaci GABAergici (in particolare i farmaci benzodiazepinici) hanno effetti collaterali, causano interazioni farmacologiche e nei loro confronti si può sviluppare tolleranza (riduzione nel tempo della risposta al farmaco, ndr) e dipendenza nei pazienti. Gli integratori alimentari che migliorano il GABA hanno rischi simili”.
Lo studio spagnolo pubblicato su Planta Med sottolinea gli effetti positivi di valeriana, passiflora, ashwagandha e la combinazione di valeriana con luppolo e passiflora sul controllo della sintomatologia. Che ne pensa?
“Lo studio commenta i risultati ottenuti con differenti piante medicinali nel trattamento dell’insonnia associata a disturbi d’ansia. Tra queste la valeriana, il cui estratto di radice può essere assunto sotto forma di compresse, e grazie ai suoi effetti ansiolitici migliora la qualità e prolunga la durata del sonno. Effetti simili si ottengono anche con la passiflora, assumibile sotto forma di tintura madre (gocce) o estratto in confetti. Ma anche gli estratti della pianta Galphimia glauca sembrano ridurre l’ansia e migliorare il sonno senza causare effetti sedativi residui il giorno successivo. Particolarmente interessanti sono gli effetti dell’ashwagandha (o Whitania somnifera) pianta della medicina ayurvedica che associa effetti ipnoinducenti a quelli ansiolitici e il cui estratto di radice può essere assunto in capsule. L’articolo in questione cita anche la camomilla, sottolineando come l’infuso di questa pianta sia indicato nei soggetti in cui all’insonnia si associano disturbi depressivi. Nell’articolo viene citata anche una pianta, la Kava kava, con effetti sia favorenti il sonno che di tipo ansiolitico, sfortunatamente il profilo rischio/benefico di questa pianta, considerata epatotossica, fa si che sia esclusa dal mercato europeo”.
Considerando quindi le attuali conoscenze, come orientarci nella scelta dei rimedi basati su piante per curare ansia e insonnia?
“Lo studio che abbiamo citato suggerisce che esistono differenti opzioni naturali per affrontare i disturbi del sonno, anche se associati a stati d’ansia, e che il loro uso è supportato da un sufficiente spettro di evidenze. Tuttavia, così come fatto con i farmaci, dobbiamo sottolineare che la maggior parte delle piante citate non sono state testate con studi a lungo termine che dimostrino l’efficacia nel mantenimento degli effetti ipnoinducenti. Sulla base di questa premessa si può affermare che la scelta può orientarsi su una delle piante che hanno mostrato effetti ansiolitici se la nostra insonnia si accompagna a uno stato d’ansia (valeriana, Galphimia glauca, Whitania somnifera) o tentare con gli infusi di camomilla se il nostro umore tende verso la depressione. Infine, non dimentichiamo altre sostanze naturali che hanno mostrato di influenzare positivamente il sonno quali la melatonina, la vitamina D, l’l-triptofano, la melissa e le ciliegie”.