E’ Amir Sidawi, 26 anni, l’uomo armato che ha aperto il fuoco sabato sera contro un autobus vicino alla Città Vecchia di Gerusalemme, ferendo otto persone, tutti israeliani. Secondo quando riportato dal Jerusalem Post, questa mattina l’uomo si è consegnato alle forze di sicurezza giungendo in taxi alla stazione di Polizia, dopo una caccia all’uomo durata tutta la notte. Il sospetto è stato interrogato e gli è stata confiscata la pistola. Stando a quanto riferito dalla polizia israeliana, la sparatoria si potrebbe ritenere un sospetto attacco palestinese. Due delle vittime si trovano in gravi condizioni: tra questi un uomo con ferite da arma da fuoco alla testa e al collo e una donna incinta che ha riportato ferite all’addome: il bambino che portava in grembo è morto. Il fatto è avvenuto mentre l’autobus aspettava in un parcheggio vicino al Muro del Pianto, considerato luogo sacro dagli ebrei.
L’attacco a Gerusalemme avviene a distanza di una settimana dagli scontri che si sono verificati tra Israele e palestinesi a Gaza e in Cisgiordania. Lo scorso fine settimana, aerei israeliani hanno scatenato un’offensiva nella Striscia di Gaza prendendo di mira il gruppo militante della Jihad islamica e dando avvio a tre giorni di aspri combattimenti. La Jihad islamica ha lanciato centinaia di razzi per vendicare gli attacchi aerei, che hanno ucciso due dei suoi comandanti e altri militanti. Israele ha affermato che l’attacco aveva lo scopo di contrastare le minacce del gruppo di rispondere all’arresto di uno dei suoi funzionari nella Cisgiordania occupata. Quarantanove palestinesi, inclusi 17 bambini e 14 militanti, sono stati uccisi e diverse centinaia sono rimaste ferite nei combattimenti, che si sono conclusi con un cessate il fuoco mediato dall’Egitto. Nessun israeliano è stato ucciso o gravemente ferito.