A volte mi chiedevo quale fosse stata la prima cosa a scomparire dall’isola. “Molto tempo fa, quando non eri ancora nata, questo posto era pieno di tante cose diverse: trasparenti, profumate, svolazzanti, brillanti… cose belle, comunque, che tu non puoi nemmeno immaginare”. Quando ero piccola, mamma mi raccontava spesso queste storie. (Da L’isola dei senza memoria di Yoko Ogawa).

Tornando ogni tre anni le ‘sparizioni’ di persone e cose si fanno più evidenti e lancinanti. A Sestri Levante, per esempio, una fabbrica di medie proporzioni è repentinamente scomparsa. Al suo posto ci sono palazzi con appartamenti per buona parte affittati da occasionali abitanti, supermercati e ristoranti. Spariti per sempre gli operai, i tubi accatastati e ben visibili lungo la via Aurelia con gli uffici del personale dirigente. Nessuno, giunto di recente nella cittadina, potrebbe sospettare che molti degli scioperi del comprensorio avevano avuto proprio in quella fabbrica la loro genesi.

Arrivando all’aeroporto di Malpensa, appena qualche giorno fa, sono sparite le persone che controllavano i passaporti. Sostituite da una macchina che ‘ingoiava’ il documento seguito dall’invito a fissare uno schermo bianco che osservava in silenzio il tutto. Terminata l’operazione la porta in plastica si è aperta come d’incanto e il resto delle operazioni sono continuate come sempre. Al momento di pagare per il posteggio dell’auto tutto si è svolto con un’apposita macchina. Così è stato per l’ingresso in autostrada col ritiro del tagliando e all’uscita, dove un’altra macchina ha sostituito, da tempo, l’impiegato cui si potevano chiedere indicazioni per il seguito del cammino. Lo stesso accade per le pompe di benzina poiché rari sono gli inservienti che si trovano per fare il pieno di carburante. Parlando con uno di loro che ha sempre vissuto di quel mestiere, riconosceva con malcelata tristezza di essere ‘una specie in via di estinzione’. Una ragazza, da vari anni occupata nella ristorazione, è stata giudicata come ‘un inutile peso’ dal suo (ex) datore di lavoro. In compenso si trova lo spazio per lo ‘sgambamento’ cani.

Fenomeni simili di sparizione accadono col denaro che esce da apposite macchinette adibite all’uso, per il pagamento di fatture e altre diavolerie simili. Elettronicamente si risparmia tempo, energie e soprattutto si evitano ‘pericolosi’ incontri che potrebbero facilitare improbabili alleanze, discussioni e, occasionalmente, azioni sovversive. Le visite mediche e le lezioni a distanza, uffici, chiese e servizi sempre più asettici, come a ricordare il monito dell’ ‘igiene per tutti’. Senza menzionare le case senza numeri e gli ingressi degli appartamenti con codici segreti. Lo stesso fenomeno di sparizione colpisce e non da oggi, la politica, trasformata in sondaggi di opinione e in forsennata rincorsa al consenso per la gestione amministrativa della cosa pubblica. Sparisce l’identità dietro tessere digitali che tutto raccontano di noi.

“È probabile che arrivi presto anche per te il momento di perdere qualcosa per la prima volta”.
“E… fa paura?” le chiesi preoccupata una volta.
“No, stai tranquilla: non è né doloroso né penoso. Ti sveglierai nel letto un giorno e sarà tutto finito, prima che te ne accorga. Prova a restare in ascolto con gli occhi chiusi e a sentire il flusso dell’aria mattutina: avvertirai qualcosa di diverso dal giorno precedente. Così anche tu capirai che cosa hai perso, che cosa è scomparso dall’isola”.

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