La notizia, che ha fatto il giro delle testate e dei telegiornali, ha portato le forze dell’ordine a dover mettere i sigilli all’hotel dell’orrore. Oltre che a cogliere di sorpresa tutti quei clienti che avevano già versato anticipatamente il costo totale del pernottamento
Estate 2022. Metti una settimana di agosto nella bellissima riviera romagnola. Una piadina per pranzo, un bombolone appena sfornato al mattino, due lettini e un ombrellone nel bagno di fiducia dell’hotel che hai prenotato su Internet. Proprio quando sei pronto a partire per l’agognata vacanza, ecco però che inizia l’incubo: l’alloggio pattuito non esiste. Sono oltre 500 le persone che in questi giorni si sono scoperte vittime di una truffa da parte del gestore dell’Hotel Gobbi di Rimini. La struttura, due stelle, a fronte di una disponibilità di sole 40 camere ha confermato oltre 500 prenotazioni nello stesso periodo, mandando di fatto l’hotel in overbooking. La notizia, che ha fatto il giro delle testate e dei telegiornali, ha portato le forze dell’ordine a dover mettere i sigilli all’hotel dell’orrore. Oltre che a cogliere di sorpresa tutti quei clienti che avevano già versato anticipatamente il costo totale del pernottamento. Sono tante infatti le testimonianze riprese dal Corriere Della Sera. Screen di conversazioni su whatsapp con le relative risposte da parte del gestore che fanno rabbrividire.
La prima a farsi coraggio e a scrivere a Marco Giordano (legale rappresentante della società dell’Hotel Gobbi) è Francesca: “Buonasera, sono Francesca Motta. Ho sentito delle truffe del vostro hotel. Esigo riavere immediatamente i soldi versati e i danni per la vacanza rovinata”. La risposta, da brividi, non tarda ad arrivare: “Avrà anche saputo che sono in Irlanda a bere un gin tonic…ho una buona e una cattiva notizia. La prima è che la vacanza è salva, la seconda è che meta e compagnia sono diverse. La invito con me in Irlanda a bere piña colada al tramonto, in piscina. Da sola, non porti i suoi figli”. Francesca aveva investito tutti i suoi risparmi di un anno per quella vacanza da fare con i due figli. 1080 euro per sette notti mai rimborsati. Dopo aver effettuato la prenotazione sul sito Booking, Francesca era stata invitata a contattare direttamente la struttura a causa di un disguido. È sempre il signor Marco a rispondere ed è lui a trovare una soluzione per riparare al danno causato. In che modo? Uno sconto sulla tariffa e ombrellone e lettini offerti nel bagno convenzionato per riparare al danno. Lettini che, ovviamente, non saranno mai occupati da nessuno.
Il tutto ad una condizione: la richiesta di un pagamento anticipato dell’intera tariffa direttamente all’hotel attraverso un bonifico bancario da effettuarsi al più presto. Poi la sorpresa: “Due giorni fa un amico mi ha detto di accendere il telegiornale. Lì ho capito che l’albergo sarebbe stato chiuso. E sono scoppiata in lacrime”. A fare compagnia a Francesca in questa disavventura c’è anche la milanese Roberta Ciampa che dal 13 al 21 agosto si sarebbe dovuta godere il mare di Rimini senza dover pensare a dove mangiare. In fase di prenotazione infatti Roberta ha scelto il pacchetto di pensione completa all inclusive alla modica cifra di 590 euro. Qui arriva l’ulteriore richiesta del gestore: stranamente c’è un problema con la caparra versata. Arrivano le scuse e viene proposta alla cliente una camera disponibile, l’ultima rimasta, con un prezzo al rialzo. Tutte le oltre 500 “vittime” dell’Hotel Gobbi si sono ritrovate a passare il tempo dalla camera dove immaginavano di pernottare al gruppo Facebook creato ad hoc dove poter condividere la propria truffa ed esperienza. Da Pavia c’è anche Tiziana Figuccio. Stesso modus operandi: un problema con la prenotazione e l’acconto ormai intascato. Per non parlare poi dei turisti non avvisati del problema. Valigie alla mano, costume già indossato e telefono per contattare il signor Marco in attesa di una risposta che mai ci sarà sul perché l’hotel che loro hanno prenotato sia chiuso con i sigilli. Le forze dell’ordine sono risalite ai vari intestatari dei conti dove finivano i soldi degli ingenui turisti. Il primo beneficiario del conto era “Hotel Gobbi – Marco Giordano”, come seconda intestataria una venticinquenne marocchina che gestiva anche la contabilità dell’hotel (quale poi?) e le prenotazioni. Il terzo, in Irlanda, sempre intestato all’Hotel Gobbi. Da qui evidentemente l’invito per andare a bere il gin tonic proposto alla cliente.
Il 2 agosto, nel cuore della notte, anche al milanese L.G. arriva un messaggio con mittente anonimo ma sempre dall’account dell’Hotel Gobbi. In poche parole il messaggio è un’ammissione di colpa relativamente alla truffa in essere. Le stime effettuate ad ora sono chiare: oltre 800 mila euro di buco e debiti con 4 zeri nei confronti dei fornitori. Il Procuratore capo di Rimini Elisabetta Meloni è al lavoro su questo caso che sembra essere solo all’inizio, considerando le numerose denunce che stanno continuando ad aumentare. Vacanza che ha lasciato oltre 500 persone con l’amaro in bocca e senza soldi in tasca.