Uccisioni illegali o arbitrarie, casi di tortura e trattamento disumano dei carcerati, condizioni carcerarie dure e pericolose, arresti o detenzioni arbitrarie, gravi problemi con l’indipendenza della magistratura, gravi restrizioni alla libertà di espressione e ai media, gravi restrizioni alla libertà di Internet, respingimento di rifugiati in Paesi in cui la loro vita o le loro libertà sarebbero in pericolo, gravi atti di corruzione“. Queste sono solo una parte delle problematiche contenute nel 2021 Country Reports on Human Rights Practices nella sezione relativa alla situazione in Ucraina. E a stilarlo è il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, il Paese che più di tutti sta fornendo aiuti militari al governo di Volodymyr Zelensky per contrastare l’invasione russa ordinata da Vladimir Putin. Solo il 9 agosto, l’amministrazione Biden ha deciso di stanziare un altro miliardo di dollari a favore della resistenza di Kiev all’avanzata di Mosca, ma corruzione, traffici illegali e criminalità organizzata rischiano di far finire questo arsenale nel circuito illegale, ad alimentare nuovi e vecchi conflitti in tutto il mondo.

I crimini elencati nel rapporto americano, che fa una precisa distinzione tra gli episodi registrati nei territori occupati dall’esercito russo nel 2014 e non più sotto la giurisdizione de facto di Kiev, e anticipato da La Verità parlano anche di “mancanza di indagini e responsabilità per la violenza di genere, violenza o minacce nei confronti di persone con disabilità, membri di minoranze etniche e persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer o intersessuali”. Il governo, si legge, generalmente non ha adottato misure adeguate per perseguire o punire la maggior parte dei funzionari che hanno commesso abusi, provocando un clima di impunità, ma ha adottato alcune misure per identificare, perseguire e punire i funzionari coinvolti nella corruzione. Un processo, quest’ultimo, accelerato anche dalla necessità di rispettare gli standard richiesti dall’Unione europea nel processo d’integrazione che porterà all’adesione dell’Ucraina.

Nel report si legge che “ci sono state segnalazioni che indicano che il governo o i suoi agenti potrebbero aver commesso omicidi arbitrari o illegali. Lo State Bureau for Investigations (SBI) è responsabile delle indagini sui crimini presumibilmente commessi dalle forze dell’ordine”. Inoltre, “organizzazioni per i diritti umani e organi di stampa hanno riferito di morti dovute a tortura o negligenza da parte della polizia o degli agenti penitenziari. Sebbene la costituzione e la legge proibiscano la tortura e altre punizioni crudeli e insolite, ci sono state segnalazioni secondo cui le forze dell’ordine si sarebbero impegnate in tali abusi. Sebbene i tribunali non possano utilizzare legalmente le confessioni e le dichiarazioni rese sotto costrizione alla polizia da persone in custodia come prove nei procedimenti giudiziari, ci sono state segnalazioni secondo cui la polizia e altri funzionari delle forze dell’ordine hanno abusato e, a volte, torturato le persone in custodia per ottenere confessioni”. Nonostante le numerose segnalazioni, aggiunge il report, “gli abusi sui detenuti da parte della polizia sono rimasti un problema diffuso“.

Altra situazione grave è quella che riguarda le condizioni nelle carceri: “Le condizioni delle carceri e dei centri di detenzione sono rimaste precarie – si legge -, non hanno soddisfatto gli standard internazionali e, a volte, hanno rappresentato una seria minaccia per la vita e la salute dei detenuti. Abusi fisici, mancanza di cure mediche e nutrizione adeguate, scarse condizioni igienico-sanitarie e mancanza di luce adeguata erano problemi persistenti. Il sovraffollamento è rimasto un problema in alcune strutture di detenzione preventiva, sebbene le organizzazioni per i diritti umani abbiano riferito che il sovraffollamento in tali centri è diminuito a causa delle riforme del 2016 che hanno allentato i requisiti di detenzione per i sospettati. L’abuso fisico da parte delle guardie resta un problema”.

Uno degli standard minimi per l’adesione all’Ue e sui quali l’Unione continua a fare pressione anche sugli Stati membri è quello della separazione dei poteri. E anche su questo punto, si legge nel report, sono ancora molti i passi che l’Ucraina dovrà compiere per rispettare gli standard di Bruxelles. “Sebbene la costituzione preveda una magistratura indipendente, i tribunali sono inefficienti e rimangono altamente vulnerabili alle pressioni politiche e alla corruzione. La fiducia nella magistratura è rimasta bassa. Nonostante gli sforzi per riformare la magistratura e l’ufficio del procuratore generale, è persistita la corruzione sistematica tra giudici e pubblici ministeri. I gruppi della società civile hanno continuato a lamentarsi della debole separazione dei poteri tra il potere esecutivo e quello giudiziario del governo. Alcuni giudici hanno affermato che politici di alto rango li hanno spinti a decidere i casi a loro favore, indipendentemente dal merito. Secondo quanto riferito, alcuni giudici e pubblici ministeri hanno preso tangenti in cambio di sentenze pilotate“.

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