L'estate sull'isola è stata rovinata dall'emergenza spazzatura: cumuli d'immondizia abbandonati ovunque in tutta la regione. Il risultato? Centinaia di proteste dei visitatori. Confesercenti: "Danno d'immagine enorme". Fava: "La politica ha privilegiato le discariche senza investire nel compostaggio". Il procuratore di Catania: "Il settore è in mano quasi per intero a soggetti collegati alla mafia"
“Non viene voglia di tornare”. È questa la frase che getta una pesante ombra sull’estate siciliana. Un commento su Airbnb che oscura il giubilo per il record di presenze sull’isola dopo due anni di pandemia: “Si preannuncia un’estate da record”, aveva esultato il presidente della regione, Nello Musumeci, a inizio stagione. Le previsioni d’altronde erano di 14 milioni di arrivi. Oltre al giubilo però, il nulla. Nessuna programmazione straordinaria per la raccolta rifiuti da parte delle amministrazioni, a fronte di una raccolta che già senza turisti è deficitaria.
E dunque ecco il danno: “Non ritorneremo”. A scriverlo sulla celebre app di case vacanza è Thierry, un turista francese, che ha soggiornato in un appartamento a Mondello, il fiore all’occhiello del capoluogo. Il celebre borgo marinaro di Palermo, però, è letteralmente invaso dai rifiuti. Il francese è rimasto entusiasta di tutto, ma ha trovato “un grosso aspetto negativo”: “Sacchi della spazzatura e altri rifiuti nelle strade, proprio accanto alla spiaggia”. Così, se l’estate scorsa la polemica sull’accumulo di spazzatura per le strade della Sicilia era stata accesa dalla giornalista Selvaggia Lucarelli, in vacanza sull’isola, quest’anno si ripete per bocca di molti altri turisti. Thierry è infatti tutt’altro che solo, e nelle scorse settimane sono fioccate lettere di proteste di visitatori indignati, pubblicate dai giornali locali.
Le colpe di mafia e politica – Ma perché la Sicilia è così sporca? “Perché i presidenti siciliani che ci sono stati fino ad adesso hanno ritenuto di dover garantire e tutelare il privilegio di tre padroni delle tre grandi discariche private, senza investire su impianti pubblici di compostaggio”, dice Claudio Fava che da presidente della commissione Antimafia regionale ha condotto un’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Ancora più netto è stato il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che all’Antimafia nazionale ha spiegato come Cosa nostra “si infiltra nella gestione e il conferimento dei rifiuti“. La procura di Catania ha aperto un’indagine – la quarta – sulla gestione delle discariche, ma nel frattempo che le questioni giudiziarie svelino le cause, le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
Il racconto dei viaggiatori – Le ha, di certo, notate Gabriele Sozzano, che ha scritto una delle lettere di protesta: “Ho girato la Sicilia in bicicletta per un paio di settimane – racconta al ilfattoquotidiano.it -: non c’è centimetro di strada senza immondizia. Non sono capace di fare una stima ma sono tonnellate di bottiglie di plastica, padelle, frigoriferi: si ha più l’impressione di viaggiare tra i cumuli di immondizia. Quasi tutte le aree di sosta sono delle discariche”. Tutta l’isola invasa da rifiuti di ogni tipo, ma soprattutto il capoluogo: “Poi sono arrivato a Palermo e ho trovato l’apoteosi della sporcizia. Alloggiavamo dalle parti del Teatro Massimo. È stato davvero un dolore: è una città di una bellezza straordinaria, potente. Dentro la Cappella Palatina sono rimasto senza fiato, ci sono tantissimi monumenti che raccontano come un tempo chi governava la città si impegnasse a far vedere com’era bravo, splendente, potente. Ora chi amministra su cosa esattamente si sta impegnando, viene da chiedersi. Tutto questo provoca molta rabbia, quando sono tornato a Novara, dove vivo, ho sentito l’impulso di scrivere, perché non potevo stare zitto”.
Gli albergatori: “Danno d’immagine enorme” – Un sentimento comune a più turisti che mette nel panico gli albergatori: “Un danno d’immagine difficile da quantificare ma di sicuro per noi è drammatico”, scuote la testa Salvo Basile di Confesercenti. Mentre Marco Mineo, presidente provinciale di Asshotel apre le braccia: “Sono anni che leggiamo lettere o commenti di questo tenore, le lamentele sulla sporcizia sono sempre le stesse da tanto tempo. Ho un albergo in via Messina Marine, per entrare e per uscire, inevitabilmente si deve passare attraverso cumuli di immondizia. Bisognava pensare a un intervento straordinario per la stagione turistica ma non è stato fatto. Possiamo di certo dare il beneficio del dubbio al neo sindaco Roberto Lagalla, perché insediatosi da troppo poco tempo, ma la sensazione è che la politica si impegni meno di quanto facciano le associazioni di commercianti”.
Il turismo in ginocchio – “Ci sono i volontari che puliscono Mondello come possono. Ci diamo tutti un gran da fare e poi arriva una mazzata come questa, di cui non abbiamo alcuna responsabilità”, indica invece Alessandra Buffa, host dell’appartamento in cui ha soggiornato il turista francese. Il suo commento sul portale ha abbassato il rating della struttura di Buffa da 5 a 4: “È stato un duro colpo, facciamo tanti sacrifici e il risultato è che dopo anni la nostra valutazione che era sempre stata altissima è peggiorata per ragioni che nulla hanno a che vedere con noi”. Thierry aveva in effetti esordito dicendo che alloggio e accoglienza erano stati “formidables”. Che ne sarà, dunque, degli albergatori dopo un’estate con questa sfilza di critiche, si chiedono gli addetti ai lavori. E non un’estate qualunque, ma la prima dopo due anni di pandemia, che ha ritrovato il turismo internazionale.
I soldi per le mazzette nascosti in discarica – L’emergenda dell’immondizia rischia di inginocchiare un settore che dovrebbe essere cardina dell’economia siciliana. Per colpa di chi? “Degli ultimi 4 presidenti della Sicilia – ribadisce Fava -, che hanno mantenuto la centralità del sistema di conferimento in discarica: lì finisce il 65 per cento dei rifiuti di tutta l’isola, percentuale unica in Europa”. Ma perché questo sistema non funziona? “Perché nel momento in cui per ragioni di giustizia o per intervento del Tar due di queste discariche vengono chiuse ci troviamo inevitabilmente con questi accumuli”, insiste Fava. E continua: “Una viene chiusa perché in mezzo all’immondizia erano sepolti i bidoni di plastica. Dentro i bidoni di plastica erano conservate le mazzette che servivano a corrompere i funzionari della Regione e i funzionari dell’Arpa”. L’ex presidente dell’Antimafia siciliana si riferisce all’operazione che nel 2020 ha portato all’arresto dei fratelli Nino e Salvatore Leonardi, i padroni di un’enorme discarica a cavallo tra le provincia di Catania e Siracusa, accusati di traffico illecito di rifiuti, corruzione e frode nelle forniture. Gli investigatori della Guardia di Finanza trovarono dei contenitori, nascosti sotto terra, con all’interno un milione di euro in contanti. “L’altra discarica – continua Fava – è quella di Misterbianco fermata dal Tar dopo un decennio di battaglie ambientaliste in cui si diceva che la discarica non tutela il diritto alla salute del territorio e della comunità”. L’ex presidente dell’Antimafia ricorda che l’ex Rosario Crocetta “è indagato a Caltanissetta perché l’accusa ritiene che uno dei grandi padroni delle discariche abbia contribuito illecitamente alla sua campagna elettorale. Il prezzo da pagare era che la Regione conservasse la centralità della discarica”.
La procura: “Il settore è quasi totalmente in mano alla mafia” – La politica ha gravi responsabilità anche secondo Zuccaro: “Grazie a questa politica scellerata di non scegliere determinate cose il settore delle discariche, che è un settore particolarmente redditizio, è in mano quasi per intero a soggetti collegati alla mafia direttamente o indirettamente, così come la raccolta dei rifiuti”, ha spiegato il procuratore di Catania alla commissione nazionale Antimafia lo scorso giugno. Una situazione chiara, secondo Zuccaro: “Quasi tutte le imprese che si occupano della raccolta dei rifiuti nella Sicilia orientale hanno un controllo diretto o indiretto dei sodalizi mafiosi. La nostra procura ha fatto tre grandi operazioni che hanno portato all’emersione di questi collegamenti, uno dei quali con il clan Santapaola“. Mentre le indagini sulle discariche della procura di Catania sono ancora in corso, la Sicilia va verso nuove elezioni: “Sono molto disilluso – sospira Mineo – ad ogni elezione sentiamo promesse che poi non si traducono in realtà”. E intanto, agli angoli delle strade, l’immondizia aumenta.