di Michele Sanfilippo
Caro Enrico, devo proprio dirti: bravo! Non avrei saputo pensare a nessuno che meglio di Pier Ferdinando Casini potesse riportare tanto entusiasmo all’interno e attorno al partito.
Purtroppo, Calenda ti aveva reso la vita difficile soffiandoti sul filo di lana politici di rango del calibro della Carfagna, Gelmini e quel gigante – per lui non ci sono più aggettivi – di Brunetta. Tu l’avevi capito che quel marpione di Calenda stava puntando al colpo grosso e l’avevi tentato con un’alleanza che avrebbe sconvolto ogni pronostico politico. Ma lui, l’ingrato, ha rifiutato. Peggio per lui. Non ha saputo capire. Anche se, detto in confidenza, sono un po’ preoccupato perché, insieme a quell’altro pilastro della politica che è Renzi, penso che ci possano sottrarre un bel po’ di voti. Temo che, parenti compresi, 15 o 20 dovrebbero prenderli tutti. Vabbè dai, intanto con Casini recuperiamo.
Comunque ti segnalo che in circolazione ci sono altri giovani promettenti che potrebbero dare nuova linfa e vigore al partito. Ti faccio qualche nome che magari ti erano sfuggiti. Ci sarebbero: Fassino, Binetti, Follini e Rotondi. Sì, certo, sono un po’ scapestrati. Forse un po’ troppo a sinistra ma sono persone di indubbie capacità e rettitudine. Io non me li lascerei scappare.
Non dare retta a quei gufi che ti dicono che c’è tanta gente indigente che non si sente rappresentata dalla politica. Quella è tutta gente che non ha né voglia né capacità di darsi da fare. Quella strada non ci porterebbe in alcun luogo e, comunque, è tutta gente che non voterebbe. Non sanno neanche leggere i giornali (quelli buoni almeno). Noi dobbiamo continuare come abbiamo fatto in questi ultimi 25 anni, con grandi soddisfazioni del resto, a rassicurare le imprese e i mercati.
Caro Enrico, concludo assicurandoti che resto ammirato dalla tua determinazione nel seguire questa strada che, vedrai, ci darà tante soddisfazioni. Faremo il botto. Continua così e stai sereno. Il tuo caro zio.