Qualcuno lo ha definito lo “strappo gentile” di un vecchio berlusconiano: l’ex ministro Gianfranco Rotondi, da sempre uno dei pretoriani più fedeli dell’uomo di Arcore, sosterrà Giorgia Meloni alle elezioni del 25 settembre. E secondo gli ultimi rumors, che l’esponente della nuova Dc non conferma, potrebbe correre in uno dei collegi riservati da Fratelli d’Italia ai centristi di “Noi moderati”, il cartello di Brugnaro, Lupi e Toti per le politiche. Rotondi, che dal 2021 è presidente del movimento “Verde è popolare“, pur non essendo iscritto al partito azzurro è vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera: ma “non ho chiesto la candidatura a Forza Italia”, dice, “per una elementare regola di galateo: ho cercato di convincere Fi a sostenere Giorgia Meloni premier, con gli argomenti che ho ampiamente illustrato in questi giorni. Non ci sono riuscito, c’è una divergenza di opinioni: il mio partito, Verde è popolare, ultimo erede legale della Dc, appoggerà la Meloni, nelle forme che lei stessa vorrà, mentre Forza Italia ha scelto diversamente”. E in un video pubblicato sui social afferma: “Oggi un italiano su quattro, il 25% degli italiani, vota per Giorgia Meloni che viene dall’esperienza del centrodestra europeo del Popolo delle Libertà. Ha ricostruito dalle macerie che noi abbiamo lasciato a terra. Ecco perché Verde è Popolare sostiene Giorgia Meloni premier”.

Meloni “viene da destra, ma da una destra che ha detto le parole giuste nel tempo in cui andavano dette, a Fiuggi (il congresso della trasformazione dell’Msi in An, ndr), e poi nella fondazione del Popolo delle Libertà, al governo del Paese accanto a Silvio Berlusconi. Oggi si profila un’alternativa tra Enrico Letta e Giorgia Meloni, due politici giovani, di sinistra e di destra. Noi ultimi democratici cristiani – e con loro i giovani democratici cristiani, le nuove generazioni che si appassionano alle nostre idee – puntiamo su Giorgia Meloni. A lei la scelta di come affrontare questa battaglia nella quale entriamo con l’entusiasmo dei democratici cristiani che sanno combattere e vincere e soprattutto fare le scelte storiche anche a costo di incomprensione e iniziale impopolarità”, spiega Rotondi. E all’AdnKronos assicura: “Non c’è stata nessuna polemica, nessuna rottura personale. È solo un’opinione diversa, come quando nel 2011 decisi di non votare la fiducia al governo Monti, a differenza di tutto il Pdl. Il mio rapporto con Berlusconi è stato sempre libero e leale e tale rimarrà. Aggiungo una parola di grande apprezzamento per Tajani, per la senatrice Ronzulli, con la quale ho sempre avuto un eccellente rapporto, per non parlare del mio capogruppo Paolo Barelli con il quale ho splendidamente collaborato”. Rotondi chiude citando Amintore Fanfani: “Un cristiano, tra due scelte, deve optare per quella più rischiosa…”.

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