Il pianale elettrico tedesco, dopo essere andato anche alla Ford, servirà da base alla nuova gamma a batteria del marchio di Mumbai, che entro il 2030 sarà composta da cinque modelli. Veicoli che potranno essere esportati anche fuori dal mercato domestico
Dopo il divorzio del 2015 con i giapponesi di Suzuki e il fidanzamento dello scorso maggio con Mahindra, il gruppo Volkswagen ha confermato con la sottoscrizione di un “Term Sheet” il futuro matrimonio con il colosso indiano che progetta di produrre 5 veicoli sulla piattaforma modulare elettrica MEB della multinazionale di Wolfsburg entro il 2030. I modelli verranno commercializzati sotto le insegne di due marchi distinti: XUV e BE, acronimo di Born Electric (nato elettrico). Il primo, il suv e8 (la variante a zero emissioni dell’attuale top di gamma, il Suv “convenzionale” XUV 700), dovrebbe debuttare sul mercato entro la fine del 2024: gli altri prima della fine del 2026.
Il gruppo Volkswagen, che era stato indennizzato da Suzuki per la fine della cooperazione (sancita da un tribunale) avviata nel 2009, ha trovato un altro cliente per la sua architettura elettrica dopo Ford, casa con la quale collabora su vari fronti dopo l’intesa iniziale siglata nel 2019.
Le trattative sono in fase molto avanzata, anche se mancano ancora le firme in calce ai documenti vincolanti. Mahindra, in ogni caso, ha esibito la futura gamma a zero emissioni e ha scelto il centro stile britannico di Banbury per farlo. L’annunciato XUV e8 a trazione integrale misura 4,74 metri di lunghezza e avrà una potenza compresa fra i 230 e i 250 Cv. Il secondo modello dovrebbe essere lo XUV e9 seguito nell’autunno del 2025 dalle tre vetture BE.
La casa indiana integrerà i componenti della piattaforma MEB (tra gli altri motore elettrico, pacco batterie, accumulatore ad alta tensione e anche le celle in corso si sviluppo) nella propria architettura IGLO con una produzione stimata a regime in circa 300.000 veicoli l’anno per un totale di oltre un milione nell’arco della durata dell’intesa (tra sei e sette anni). Il colosso tedesco, il secondo al mondo per volumi, opera in India attraverso la controllata Skoda. A quanto pare, Mahindra potrebbe commercializzare anche fuori dal paese la gamma a zero emissioni sviluppata sulla piattaforma Volkswagen, anche se le vendite cominceranno sul mercato domestico.
Volkswagen ha chiarito che non sono previste limitazioni sulle regioni di consegna e Mahindra ha fatto sapere che il pianale elettrico offre un potenziale di crescita e sviluppo di prodotti innovativi non solo in India, ma anche nel mercato globale.
Circa numeri e termini dell’accordo, sia Thomas Schmall, responsabile della Tecnologia del gruppo, sia Rajesh Jejurikar, direttore esecutivo del comparto Auto di Mahindra & Mahindra (che in Italia controlla Pininfarina), sono rimasti ancora abbottonati. Questo nuovo accordo consente al gruppo tedesco, che fra due settimane avrò un nuovo Ceo – l’attuale capo di Porsche Oliver Blume subentra a Herbert Diess, al quale i grandi azionisti hanno di fatto tolto la fiducia – di “spalmare” ulteriormente i costi della svolta elettrica seguita al dieselgate. L’annuncio più recente è di altri 30 miliardi, che fanno salire il totale a circa un centinaio, ovvero più della metà dei 185 totali dichiarati entro il 2030 dai tre gruppi della Germania (Mercedes-Benz e Bmw gli altri due).