Tyson è un labrador, un cane-pompiere in forza alla direzione interregionale dei vigili del fuoco di Veneto e Trentino Alto Adige, specializzato nella ricerca di persone, che si è ammalato in modo grave dopo un intervento. Per curarlo servono 8mila euro che il suo accompagnatore è stato costretto ad anticipare per evitare che l’animale venisse abbattuto. Ma quella somma non sarà rimborsata completamente, visto che la polizza di assicurazione copre le spese fino alla metà. Così è partita una denuncia pubblica del Conapo, il sindacato autonomo dei vigili del fuoco, che si rivolge al sottosegretario di Stato Carlo Sibilia. Nel frattempo è stata aperta una raccolta fondi, che ha raccolto circa 6mila euro.

“Pare che la cifra verrà rimborsata solo in parte (circa la metà) in ragione del fatto che la polizza assicurativa stipulata dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco sembra non ricoprire tutte le prestazioni sanitarie necessarie per la cura dell’animale”, spiega una nota del Conapo che chiede spiegazioni sul trattamento che viene riservato agli animali in dotazione. “Giungono da parte di iscritti e simpatizzanti segnalazioni circa il grave problema di salute di Tyson. Se ciò fosse confermato, ci troveremmo davvero davanti a una incredibile assurdità! Merita evidenziare che questa organizzazione sindacale ha sempre contestato a gran voce l’organizzazione del servizio cinofilo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, entrata in vigore con la Circolare EM 19/2021, specie nelle parti che riguardano gli aspetti inerenti la custodia dei cani e le spese sanitarie”.

Di che cosa si tratta? “Conapo ha più volte criticato il singolare modus operandi di codesto Dipartimento che appare orientato a considerare i cani alla stregua di una qualsiasi attrezzatura in dotazione, curandosi di loro solo ‘nel momento del bisogno’, per poi scaricare i problemi inerenti la custodia e la salute dell’animale stesso sulle spalle ‘personali’ del conduttore cinofilo. I colleghi cinofili, allo stato attuale e diversamente dalle altre Forze dello Stato, sono costretti ancora ad acquistarsi a loro spese i cani, salvo poi, almeno per quelli certificati dopo il luglio 2021, vedersi ‘forse’ rimborsare le spese medesime dopo lungaggini burocratiche. Parliamo di cani da soccorso, è una vergogna di Stato!”.

Il sindacato chiede di trovare una soluzione al problema, per evitare che il conduttore anticipi le spese per la cura di tasca propria, e di verificare le eventuali carenze delle polizze assicurative. “Lo Stato non può (e non deve) continuare a gestire un così prezioso servizio di soccorso sulle spalle del personale dipendente e dei cani stessi”.

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