“Gli impianti di aerazione nelle scuole sono una misura integrativa non risolutiva per fermare il contagio”. Sono bastate queste parole, pronunciate dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in un’intervista rilasciata a Il Messaggero per scatenare l’ennesima bufera sulla scuola. Chi sperava che il numero uno di viale Trastevere spingesse nella direzione dell’investimento per la ventilazione è rimasto deluso. Il giorno dopo le dichiarazioni del professore ferrarese è La Verità a sferrare il colpo più duro al ministro titolando: “Bianchi spudorato: ‘Aerazione in aula? Inutile’”.
In realtà l’ex assessore regionale emiliano arrivato a Roma in quota Pd dopo Lucia Azzolina ha solo riportato le nuove indicazioni per il prossimo anno scolastico, elaborate dall’Istituto superiore di sanità. Il documento non lascia libere interpretazioni: “La miglior prevenzione possibile è aprire le finestre. La semplice ventilazione delle aule attraverso l’apertura delle finestre può migliorare sensibilmente la qualità dell’aria, favorendo la diluizione e la riduzione sia di agenti chimici liberati all’interno (es. da materiali, arredi e finiture, attrezzature didattiche, prodotti per la pulizia, ecc.), sia di virus e batteri rilasciati dagli occupanti. Le fonti esterne di inquinanti in prossimità delle aule (es. parcheggi di mezzi a motore in prossimità delle finestre) sono ulteriori elementi da considerare”. Ma c’è un’ulteriore aggiunta nell’atto predisposto: “Si raccomanda che l’utilizzo di dispositivi aggiuntivi di sanificazione, purificazione e ventilazione sia preso in considerazione solo una volta che le misure sopra indicate in modo esemplificativo siano state identificate e intraprese, e ciononostante, sia dimostrato che la qualità dell’aria non sia adeguata”.
In sostanza si lascia libero mandato ai presidi, che però non hanno i soldi per poter agire. Del resto la situazione solleva qualche perplessità nel governo. Il vice ministro della Salute, Pier Paolo Sileri, non teme un ritorno ai primi tempi dell’emergenza ma invita a non abbassare la guardia e a guardare anche al futuro. Interpellato da ilFattoQuotidiano.it spiega: “Penso che sia utile iniziare nelle scuole a lavorare nell’ottica di avere questi impianti, dove è possibile, per essere pronti per il futuro. I sistemi di filtrazione dell’aria nell’aula sono essenziali al di là del Covid”. Sileri, che è medico, non dimentica l’Abc della sua professione: “Aprire le finestre è una sorta di presidio sanitario di prevenzione che esiste dal tempo dei nostri nonni ma non è sufficiente”. Settembre in ogni caso è ormai alle porte e – parole di Bianchi a parte – pochi comuni sarebbero in grado di realizzare gli impianti in tempo per la prima lezione. D’altro canto, per Sileri nel nuovo anno potremo tornare a una scuola “normale” senza mascherina.