Lo scorso 12 agosto, nella sua abitazione di Brentwood, a Los Angeles, si è spento, all’età di 81 anni, il regista tedesco Wolfgang Petersen. La notizia della scomparsa è stata diffusa solo nelle ultime ore dalla moglie Maria-Antoinette Borgel, sposata con lui da 44 anni. L’uomo, celebre per aver diretto film di calibro internazionale come “Troy” e “La storia infinita”, lottava da tempo con un tumore al pancreas.
La carriera di Petersen inizia lontano dai sobborghi di Los Angeles. Nato in Germania nel 1941, sin da ragazzo è attratto dal mondo del cinema, del quale si innamora. Dalla metà degli anni Sessanta, fino all’inizio del secolo successivo, inizia, così, a cimentarsi nella direzione di cortometraggi e film destinati al piccolo schermo. E solo poco tempo dopo, nel 1981, “U-Boot 96”, gli regala fama internazionale: la pellicola riceve, infatti, sei nomination agli Oscar, di cui due lo riguardano come sceneggiatore e regista. Grazie al successo del mitico sottomarino, Petersen acquista rilevanza nel mondo del cinema e, dietro la macchina da presa, dirige numerosi altri film: da “Prova Schiacciante” (1991), passando per “Virus Letale” (1995), “Air Force One” (1997), “Nel centro del mirino” (1998), fino a “La tempesta perfetta” (2000). E ancora, firma grandi colossal della storia del cinema, come “Troy” (2004) e “Poseidon” (2006). Tra gli altri, anche “La storia infinita”, che abbraccia il genere fantasy e di cui è stato co-sceneggiatore.
Petersen era molto riservato e ha sempre difeso, dunque, la propria privacy. Si è sposato due volte: la prima con l’attrice Ursula Sieg, con la quale ha concepito il figlio Daniel, nato nel 1968; la seconda, dieci anni dopo, con l’assistente Maria-Antoinette Borgel, di cui si era innamorato sul set di “Smog”.