Un esercito di infettati inconsapevoli che hanno continuato a vivere una vita normale da positivi per vari motivi: perché asintomatici o perché hanno sottovalutato i sintomi che si presentano in forma lieve e così via. Il lavoro pubblicato su 'Jama Network Open' è stato condotto da ricercatori del Cedars-Sinai Medical Center negli Usa
Più della metà delle persone infettate con la variante Omicron del coronavirus non sa di aver preso il virus. Lo dice uno studio sul Covid ‘sommerso’ che propone così una nuova stima su quanti possano essere stati i contagi reali con la nuova variante. Un ‘esercito’ di infettati inconsapevoli che hanno continuato a vivere una vita normale da positivi per vari motivi: perché asintomatici o perché hanno sottovalutato i sintomi che si presentano in forma lieve. Il lavoro pubblicato su Jama Network Open è stato condotto da ricercatori del Cedars-Sinai Medical Center negli Usa.
Fra chi è risultato tra gli infettati “più di uno su due (il 56%) non sapeva di essersi contagiato. La consapevolezza sarà la chiave per permetterci di andare oltre questa pandemia”, ha spiegato Susan Cheng, direttrice dell’Institute for Research on Healthy Aging nel Dipartimento di Cardiologia dello Smidt Heart Institute del Cedars-Sinai e corrisponding author dello studio. Ricerche precedenti hanno già stimato che almeno il 25% – e forse fino all’80% – delle persone infettate dal coronavirus potrebbe non manifestare sintomi. Rispetto ad altre varianti di Sars-CoV-2, scrivono gli scienziati, la Omicron è associata a sintomi generalmente meno gravi che possono includere affaticamento, tosse, mal di testa, mal di gola o naso che cola. “I risultati dei nostri studi si aggiungono alla prova che le infezioni non diagnosticate possono aumentare la trasmissione del virus“, osserva Sandy Y. Joung del Cedars-Sinai e prima autrice dello studio. “Un basso livello di consapevolezza dell’infezione ha probabilmente contribuito alla rapida diffusione di Omicron”.
Nell’ambito della ricerca sugli effetti del Covid e sull’impatto dei vaccini, i ricercatori hanno iniziato a raccogliere campioni di sangue dagli operatori sanitari più di due anni fa. Nell’autunno del 2021, appena prima dell’inizio dell’impennata della variante Omicron, i ricercatori hanno ampliato l’arruolamento includendo i pazienti, grazie all’infrastruttura di studio e con il supporto di Sapient Bioanalytics. Tra i sanitari e i pazienti che hanno partecipato alla ricerca, gli scienziati hanno identificato 2.479 persone che avevano fornito campioni di sangue appena prima o dopo l’inizio dell’ondata Omicron e hanno identificato 210 persone che probabilmente sono state infettate da Omicron sulla base dei livelli più recentemente positivi di anticorpi contro Sars-CoV-2 nel sangue.
Successivamente, i ricercatori hanno invitato i partecipanti allo studio a fornire aggiornamenti sullo stato di salute attraverso sondaggi e interviste. Solo il 44% di coloro che avevano gli anticorpi anti-Sars-CoV-2 recentemente positivi era consapevole di essere stato infettato dal virus. La maggioranza (56%) non era a conoscenza di alcuna recente infezione da Covid. Dei partecipanti allo studio che non erano a conoscenza, solo il 10% ha riferito di avere avuto di recente sintomi, attribuiti a un comune raffreddore o a un altro tipo di infezione.
Secondo i ricercatori, sono necessari ulteriori studi che coinvolgano un numero maggiore di persone di diverse etnie e comunità per apprendere quali fattori specifici sono associati alla mancanza di consapevolezza dell’infezione. “Ci auguriamo però che le persone leggano questi risultati” perché “più comprendiamo i nostri rischi, migliore sarà la protezione della salute pubblica e di noi stessi”, conclude Cheng.