L’argomento che domina nella stampa di questi ultimi giorni è quello del cosiddetto presidenzialismo, lanciato dalla Meloni e subito ripreso dal suo alleato Berlusconi, tema che rientra tra i quindici punti irrinunciabili del programma del centrodestra. Si tratta, nella realtà, della volontà di distruggere l’attuale Costituzione repubblicana e democratica, fondata sulla sovranità popolare e sullo Stato-Comunità, per sostituirlo con una obsoleta forma di Stato che toglie i poteri al popolo e li mette nelle mani di una sola persona.
Sul piano costituzionale si tratterebbe di una completa revisione dei principi fondamentali e dei diritti fondamentali della nostra Costituzione, a tutto discapito della democrazia. Molto difficile, in questa operazione di trasformazione totale dell’attuale Stato-Comunità, mantenere un equilibrio tra i pesi e contrappesi sui quali si fonda la vigente Costituzione e, ad esempio, anche la democrazia statunitense. Un equilibrio che, considerato il carattere del popolo italiano, finirà per essere irraggiungibile a tutto vantaggio di quei politici che sono riusciti a impossessarsi, con leggi pienamente incostituzionali sinora emanate dopo l’assassinio di Moro in poi, della gestione dei servizi pubblici essenziali, delle fonti di energia e delle situazioni di monopolio (art. 43 Cost.), beni e servizi che rientrano a tutto titolo nella proprietà pubblica demaniale del popolo.
Probabilmente, per prevenire il ricorso da parte avversa a queste criticità, Giorgia Meloni ha ripreso alcuni punti essenziali del programma di Unione popolare diretta da De Magistris, sbandierando per la prima volta la necessità di fermare le privatizzazioni e la svendita di Ita Airways e di riacquistare allo Stato Telecom italia (al fine di unificare i gestori della fibra ottica), nonché l’Ilva attualmente nelle mani di Arcelor Mittal e cioè di una multinazionale franco-indiana.
Ma si tratta di pure parole che certamente non servono a smentire la volontà di creare uno Stato presidenzialista che potrebbe realizzarsi addirittura senza il ricorso al referendum popolare confermativo, qualora il Parlamento approvasse detta modifica con due terzi dei suoi componenti (art. 138 Cost., ultimo comma). Sicché lo Stato-Comunità, che fu voluto con una votazione popolare plebiscitaria nel 1946 e realizzato da persone di altissima cultura, verrebbe oggi scalzato soprattutto da una coalizione che rappresenta solo una parte dell’elettorato, quella, a mio avviso, più facile ad essere vittima di inganni.
Altro argomento trattato dai media, ma in tono minore, è quello dell’economia, in ordine alla quale viene posta in evidenza la galoppante inflazione che viene spiegata con la forte speculazione sul prezzo del gas, aumentato di dieci volte in un anno, arrivando a 223 euro al megawattora, pagati peraltro con contratti derivati e cioè con moneta fittizia, come accertato ad Amsterdam dove ha luogo il mercato europeo del gas. In proposito è da ricordare che l’inflazione ha cominciato a crescere già prima della pandemia e della guerra scatenata da Putin in Ucraina e che il motivo fondamentale, come esattamente ha rilevato Tremonti, è l’immissione di troppa liquidità nel mercato attraverso la creazione di denaro dal nulla operata dalle banche, nonché dal fatto – aggiungo io – che il quantitative easing deliberato dalla Bce non ha dato luogo a investimenti produttivi ma ha solo aumentato la liquidità circolante nel mercato.
Desidero concludere queste mie parole sottolineando quello che i media nascondono, e cioè che tutto agisce per incrementare la crisi climatica, resa sempre più evidente dallo scioglimento dei ghiacci del Polo nord e anche del Polo sud, dall’aumento del livello del mare, dalla siccità che annienta il più importante servizio ecologico, e cioè quello della circolazione dell’acqua e così via. Anziché agire a tutela della vita della nostra madre terra si torna all’utilizzo del carbon-fossile, che aumenta i gas serra nell’atmosfera, si torna all’uso del nucleare, con i pericoli enormi che comporta, si assiste a una quantità enorme di incendi boschivi dolosi (e si ricordi che l’Italia, con il governo Renzi, ha eliminato l’unica forma di contrasto costituita dal corpo forestale dello Stato) e via dicendo.
Come si nota il quadro generale è impressionante e soprattutto impensierisce la trovata della destra di distogliere l’opinione pubblica dai problemi reali, mirando alla distruzione del nostro Stato-Comunità, con il cosiddetto presidenzialismo, nonché della nostra Costituzione che tutela i veri interessi dell’intero popolo italiano.