Le siccità improvvise, degli eventi che possono svilupparsi nel corso di 5-30 giorni e intensificarsi rapidamente, possono rappresentare un pericolo per l’agricoltura e la sicurezza alimentare. Per contrastare i rischi associati a questi eventi, gli scienziati dell’Università del Connecticut hanno sviluppato un nuovo sistema di allerta precoce che potrebbe anticipare le siccità improvvise. In un articolo pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), il gruppo di ricerca, guidato da Koushan Mohammadi, ha esaminato i dati satellitari raccolti prima e durante due casi di siccità lampo verificatesi negli Stati Uniti, nel 2012 e nel 2017.
A differenza delle siccità stagionali, questi fenomeni tendono a evolvere nel giro di poco tempo, e generalmente si protraggono solamente per qualche settimana, ma a volte possono trasformarsi in situazioni durature. I ricercatori hanno esaminato le traiettorie della fluorescenza della clorofilla indotta dal sole (SIF), un parametro legato alla fotosintesi delle piante che può dipendere dalle condizioni ambientali, come la luce solare e la disponibilità di acqua. Stando a quanto emerge dall’indagine, il tasso di variazione della SIF potrebbe rappresentare un buon indicatore del rischio di insorgenza di siccità improvvise. Gli esperti hanno eseguito delle analisi e delle modellazioni, scoprendo che il parametro poteva prevedere le siccità improvvise con un periodo di anticipazione variabile da due settimane a due mesi. Allo stesso tempo, riportano gli scienziati, la misurazione sembrava in grado di stimare il recupero dei livelli di umidità.
Un sistema di allerta precoce per le siccità improvvise, commentano gli autori, potrebbe permettere agli agricoltori di prendere le precauzioni necessarie a gestire l’emergenza. La possibilità di conoscere con anticipo il rischio di un evento improvviso o duraturo sarebbe fondamentale, concludono gli studiosi, specialmente nelle fasi critiche della coltivazione.
Valentina di Paola