Annapurna e BlueTwelve Studio presentano sulle console Sony e su PC Stray, l’avventura di un gatto randagio in una città totalmente abitata da esseri meccanici, una storia decisamente interessante che parla del rapporto tra esseri biologici e meccanici, con molti miagolii di sottofondo.
Il gioco ci mette direttamente ai comandi di un anonimo gatto rosso, che dopo una sfortunata caduta si trova separato da resto del suo branco; al suo risveglio il micio si imbatte in quella che sembra essere una città abbandonata, ma che in realtà custodisce un segreto; dove sono finiti tutti gli umani? e come mai quelli che hanno tutta l’aria di essere degli androidi hanno paura di un piccolo gatto?
L’interazione tra i due protagonisti però è davvero unica, non risultando mai noiosa, ma raccontando perfettamente una fiaba moderna dove un piccolo drone e un gatto randagio si aiutano a vicenda, con un concept ispirato e che non si vedeva da molto in questo genere di videogiochi.
Le musiche di Stray sono piacevoli e sottolineano bene i momenti più importanti, anche se sono i suoni prodotti il vero tocco di classe del gioco, tra miagolii e effusioni che, se giocato sulla console Sony, escono attraverso il pad e le fusa a schermo c’è davvero da fare un plauso per l’ottimo lavoro svolto da questo punto di vista.
Stray dunque è un gioco per tutti? Indubbiamente si ed è capace di regalare qualche ora spensierata ad ogni tipo di giocatore ma sotto la sua anima fatta per gli amanti dei gatti la sostanza è poca, e difficilmente vi lascerà qualcosa che ricorderete. In fondo non tutti i giochi possono essere capolavori, a volte basta anche un indie con un gattone rosso che vi fa le fusa, per dimenticare una brutta giornata di lavoro.