“È una decisione che prenderò nei prossimi mesi. Ma è qualcosa a cui sto pensando”. Così l’esponente del partito Repubblicano, Liz Cheney, ha spiegato in un’intervista alla Nbc di star valutando l’ipotesi di candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti. Cheney, dopo aver incassato una sonora sconfitta alle primarie dei Repubblicani in Wyoming – Stato a vocazione repubblicana ma non trumpiana – ha ribadito che il suo obiettivo principale resta quello di evitare che l’ex presidente Donald Trump possa tornare alla Casa Bianca. “Credo che Donald Trump continui a rappresentare una minaccia molto grave e un rischio per la nostra repubblica. E penso che per sconfiggerlo servirà un fronte ampio e unito di repubblicani, democratici e indipendenti, ed intendo farne parte”, ha detto Cheney. E lancia una nuova organizzazione per impedirgli di tornare alla Casa Bianca: “Nelle prossime settimane Liz lancerà una organizzazione per educare il popolo americano sulle attuali minacce alla nostra repubblica e per mobilitare uno sforzo comune contro ogni campagna di Donald Trump per la presidenza”, ha annunciato il suo portavoce Jeremy Adler. Ora però deve rialzarsi dopo una sconfitta cocente – ha preso il 29% dei voti, contro il 65,8 di Harriet Hageman, la candidata appoggiata da Trump – in uno Stato in cui la deputata, rappresentante di una grande dinastia politica, era vista come favorita.
Il tycoon non ha nascosto la gioia alla notizia del risultato che ha messo ko Liz Cheney, per una rivincita che non era per nulla scontata. “Presumo che con la grande sconfitta di Liz Cheney, molto più grande di quanto fosse mai stato previsto, il Comitato del 6 gennaio, composto da streghe inizierà rapidamente il bellissimo processo di dissoluzione? Questo è stato un referendum sulla caccia alle streghe infinita. La gente ha parlato!”, ha scritto il tycoon sul suo social Truth. Secondo gli analisti, la deputata repubblicana, che fino ad oggi ha ricoperto il ruolo di vice della commissione d’inchiesta sull’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio, avrebbe pagato cara la sua radicale opposizione a Trump essendo stata tra i sostenitori repubblicani di un procedimento di impeachment nei confronti dell’ex presidente.
L’organizzazione – Il nuovo gruppo, che servirà anche come principale veicolo politico della Cheney mentre valuta una possibile corsa alla Casa Bianca, non ha ancora un nome. Nel frattempo la deputata ha trasformato il suo comitato elettorale personale in un comitato di azione politica (Pac) denominato “The Great Task” (un riferimento al discorso di Abraham Lincoln al cimitero della guerra civile di Gettysburg) per poter continuare a raccogliere e distribuire soldi a breve termine a candidati a lei affini mentre lei definisce la sua strategia a più lungo termine.
Il ritorno in scena di Sarah Palin– L’ex governatrice dell’Alaska Sarah Palin – balzata agli onori della cronaca nel 2008 quando il suo carattere esuberante offuscò il ben più moderato Jhon McCain con il quale all’epoca si contendeva il ruolo di vece presidente alla Casa Bianca – torna in politica politica e a novembre sarà candidata ad un seggio alla Camera. La Palin è infatti una dei quattro candidati emersi dal nuovo sistema varato dallo stato per eleggere il suo unico rappresentante alla Camera. Un sistema che la stessa Palin ha definito “folle ed involuto”. Insieme a Palin – che può contare sul sostegno di Donald Trump – sono avanzati alle elezioni di novembre i repubblicani Tara Sweeney e Nick Begich, e la democratica Mary Peltola. Gli ultimi due, insieme a Palin si sono sfidati sempre ieri nelle elezioni speciali per il seggio lasciato libero dal Don Young, deputato repubblicano scomparso nei mesi scorsi. Il vincitore tra i 3 – che sarà annunciato il 31 agosto prossimo vista la complessità dello scrutinio del suo sistema di preferenze – completerà gli ultimi mesi di mandato, prima dell’insediamento del nuovo Congresso il prossimo gennaio.