“La fiamma nel simbolo di Fratelli d’Italia non ha niente a che fare con il fascismo, ma è il riconoscimento del viaggio fatto dalla destra democratica attraverso la storia della nostra Repubblica. E noi ne siamo orgogliosi“. La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in un’intervista rilasciata al settimanale britannico The Spectator difende la fiamma di FdI, nonostante la richiesta di eliminare dal simbolo il riferimento al Movimento sociale italiano arrivi da più parti. In primis era stata la senatrice a vita Liliana Segre e anche il Partito democratico, che ha chiesto alla rivale di andare oltre e di offrire maggiori ‘garanzie’. Carlo Calenda oggi ha ribadito che “fiamma vuol dire un partito dichiaratamente post fascista, nata dalla storia della Repubblica sociale. Se le liste non rispecchieranno le dichiarazioni che Meloni ha fatto, il problema non sarà il fascismo in Italia, il problema sarà che i leader dei grandi Paesi europei non le stringeranno la mano”. Mentre nei giorni scorsi sulla questione è intervenuto anche Giuseppe Conte: “Io non ne farei una questione di fiamma ma di genuini principi democratici e costituzionali“, aveva detto il leader M5s.
Il The Spectator, storico settimanale conservatore, in copertina riporta una caricatura della politica italiana con il titolo ‘Giorgia Meloni è la donna più pericolosa in Europa?’. L’intervistatore è Nicholas Farrell – autore della biografia ‘Mussolini: A New Life’ – noto anche per un’intervista a Silvio Berlusconi di diversi anni fa. Nel lungo colloquio Meloni spiega che “quando abbiamo fondato Fratelli d’Italia, lo abbiamo fondato come centro-destra, a testa alta. Quando sono qualcosa, io lo dichiaro. Io non mi nascondo. Se fossi fascista, direi che sono fascista. Non ho mai parlato di fascismo, invece, perché non sono fascista“. “Nel Dna di Fratelli d’Italia non c’è nostalgia per fascismo, razzismo o antisemitismo. C’è invece un rifiuto per tutte le dittature: passate, presenti e future”, aggiunge poi Meloni. Che attacca la sinistra: “Gli attacchi contro di me in rapida successione possono solo avere un singolo agente. La sinistra controlla la cultura, non soltanto in Italia”, sostiene la leader di FdI.
Meloni definisce i razzisti “cretini” ma difende l’idea di un blocco navale. Poi su Mussolini ripete a Farrell una frase che pronunciò a un giornalista nel 2006: “Gli ho detto: ‘Fece vari errori, le leggi razziali contro gli ebrei, la dichiarazione di guerra, un regime autoritario. Storicamente fece anche altre cose che erano buone, ma questo non lo salva’”. Dice di considerare sé stessa e il partito da lei guidato più vicino alle posizioni di Roger Scruton, filosofo britannico ed esponente del conservatorismo tradizionalista, che al socialismo rivoluzionario di Mussolini. “Penso che oggi la grande sfida globale, non soltanto in Italia, sia tra coloro che difendono l’identità e coloro che non lo fanno. Questo è quello che Scruton vuole dire quando afferma che se si distrugge qualcosa, non necessariamente si crea qualcosa di nuovo e migliore. Se fossi britannica, probabilmente sarei una Tory. Ma sono italiana”, è la chiosa.
Elezioni politiche 2022
Giorgia Meloni al The Spectator: “Orgogliosi della fiamma nel simbolo, ma in FdI non c’è fascismo, razzismo o antisemitismo”
La leader di Fratelli d’Italia in un’intervista rilasciata al settimanale britannico conservatore rivendica la scelta di non eliminare dal simbolo il riferimento al Movimento sociale italiano. Nel lungo colloquio con Nicholas Farrell spiega: "Se fossi fascista, direi che sono fascista. Non ho mai parlato di fascismo, invece, perché non sono fascista"
“La fiamma nel simbolo di Fratelli d’Italia non ha niente a che fare con il fascismo, ma è il riconoscimento del viaggio fatto dalla destra democratica attraverso la storia della nostra Repubblica. E noi ne siamo orgogliosi“. La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in un’intervista rilasciata al settimanale britannico The Spectator difende la fiamma di FdI, nonostante la richiesta di eliminare dal simbolo il riferimento al Movimento sociale italiano arrivi da più parti. In primis era stata la senatrice a vita Liliana Segre e anche il Partito democratico, che ha chiesto alla rivale di andare oltre e di offrire maggiori ‘garanzie’. Carlo Calenda oggi ha ribadito che “fiamma vuol dire un partito dichiaratamente post fascista, nata dalla storia della Repubblica sociale. Se le liste non rispecchieranno le dichiarazioni che Meloni ha fatto, il problema non sarà il fascismo in Italia, il problema sarà che i leader dei grandi Paesi europei non le stringeranno la mano”. Mentre nei giorni scorsi sulla questione è intervenuto anche Giuseppe Conte: “Io non ne farei una questione di fiamma ma di genuini principi democratici e costituzionali“, aveva detto il leader M5s.
Il The Spectator, storico settimanale conservatore, in copertina riporta una caricatura della politica italiana con il titolo ‘Giorgia Meloni è la donna più pericolosa in Europa?’. L’intervistatore è Nicholas Farrell – autore della biografia ‘Mussolini: A New Life’ – noto anche per un’intervista a Silvio Berlusconi di diversi anni fa. Nel lungo colloquio Meloni spiega che “quando abbiamo fondato Fratelli d’Italia, lo abbiamo fondato come centro-destra, a testa alta. Quando sono qualcosa, io lo dichiaro. Io non mi nascondo. Se fossi fascista, direi che sono fascista. Non ho mai parlato di fascismo, invece, perché non sono fascista“. “Nel Dna di Fratelli d’Italia non c’è nostalgia per fascismo, razzismo o antisemitismo. C’è invece un rifiuto per tutte le dittature: passate, presenti e future”, aggiunge poi Meloni. Che attacca la sinistra: “Gli attacchi contro di me in rapida successione possono solo avere un singolo agente. La sinistra controlla la cultura, non soltanto in Italia”, sostiene la leader di FdI.
Meloni definisce i razzisti “cretini” ma difende l’idea di un blocco navale. Poi su Mussolini ripete a Farrell una frase che pronunciò a un giornalista nel 2006: “Gli ho detto: ‘Fece vari errori, le leggi razziali contro gli ebrei, la dichiarazione di guerra, un regime autoritario. Storicamente fece anche altre cose che erano buone, ma questo non lo salva’”. Dice di considerare sé stessa e il partito da lei guidato più vicino alle posizioni di Roger Scruton, filosofo britannico ed esponente del conservatorismo tradizionalista, che al socialismo rivoluzionario di Mussolini. “Penso che oggi la grande sfida globale, non soltanto in Italia, sia tra coloro che difendono l’identità e coloro che non lo fanno. Questo è quello che Scruton vuole dire quando afferma che se si distrugge qualcosa, non necessariamente si crea qualcosa di nuovo e migliore. Se fossi britannica, probabilmente sarei una Tory. Ma sono italiana”, è la chiosa.
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Kiev, 19 mar. (Adnkronos) - "Sono attualmente in corso operazioni di soccorso a Odessa in seguito a un altro attacco russo alle infrastrutture energetiche della città. 160mila persone sono al momento senza luce e riscaldamento". Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, aggiungendo che "ancora una volta, le strutture energetiche civili sono state colpite: da quasi tre anni, l'esercito russo utilizza senza sosta missili e droni d'attacco contro di esse".
"Proprio ieri - prosegue il post - dopo il famigerato incontro a Riad, è diventato chiaro che i rappresentanti russi stavano di nuovo mentendo, sostenendo di non prendere di mira il settore energetico ucraino. Eppure, quasi contemporaneamente, hanno lanciato un altro attacco, con droni che hanno colpito trasformatori elettrici. E questo durante l'inverno: di notte c'erano meno 6 gradi Celsius".
"Almeno 160.000 residenti di Odessa sono ora senza riscaldamento ed elettricità. Tredici scuole, un asilo e diversi ospedali sono rimasti senza elettricità o riscaldamento. Le squadre di riparazione stanno lavorando instancabilmente e tutti i servizi comunali sono impegnati. Sono grato a ogni soccorritore e a tutti coloro che aiutano le persone. Non dobbiamo mai dimenticare che la Russia è governata da bugiardi patologici: non ci si può fidare di loro e bisogna fare pressione. Per amore della pace".
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Si svolge oggi, alle 15, il Question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall'Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento. Il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, risponde a una interrogazione sulle iniziative volte a salvaguardare la produzione nazionale di ortofrutta, attraverso un corretto equilibrio tra esigenze produttive e sicurezza alimentare.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, risponde a interrogazioni sulle iniziative normative per limitare il ricorso alla custodia cautelare, anche nell'ottica della riduzione del sovraffollamento all'interno delle carceri; sulle iniziative in relazione alla situazione all'interno delle carceri, con particolare riferimento al sovraffollamento e al fenomeno dei suicidi; sulle tecnologie in uso alla polizia penitenziaria; sulle risorse finanziarie destinate al funzionamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, del Gruppo operativo mobile e del Nucleo investigativo centrale e chiarimenti in ordine ad attività di intercettazione svolte da strutture finanziate dal ministero della Giustizia.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte ad arginare i fenomeni di sfruttamento lavorativo nell'ambito delle filiere del made in Italy; sullo sviluppo dell'industria aerospaziale italiana; sulle iniziative volte a salvaguardare la continuità produttiva degli stabilimenti liguri della Piaggio aerospace e i relativi livelli occupazionali, con riferimento alla procedura di cessione all'azienda turca Baykar; sulle iniziative a sostegno della produzione industriale nazionale a tutela dei livelli occupazionali, nonché per stimolare la crescita economica e rafforzare la competitività; sull'adozione del Libro bianco sulla nuova strategia italiana di politica industriale.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, unitamente a personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Gruppo Operativo Regionale Antifrode - Gora), hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip presso il Tribunale di Termini Imerese (su richiesta della Procura termitana), con cui è stato disposto il sequestro preventivo di 10 complessi aziendali, nonché di beni e di disponibilità finanziarie per oltre 15 milioni di euro nei confronti di 13 soggetti (anche per equivalente). Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Palermo in co-delega con il citato Ufficio dell’A.D.M., hanno consentito di ricostruire l’operatività di un’associazione per delinquere attiva nelle province di Palermo, Agrigento e Catania e dedita alla commissione di illeciti tributari, con particolare riferimento alla commercializzazione di prodotti energetici sottoposti ad aliquota agevolata (c.d. “gasolio agricolo”).
Secondo la ricostruzione compiuta, la frode avrebbe permesso di sottrarre al pagamento delle imposte oltre 11 milioni di litri di prodotto petrolifero e sarebbe stata perpetrata attraverso l’utilizzo strumentale di operatori economici del settore e la predisposizione di documentazione mendace. Più nel dettaglio, diversi depositi commerciali riconducibili ai vertici del sodalizio criminale avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti e predisposto DAS fittizi al fine di documentare cartolarmente la vendita di carburante a “società di comodo” o aziende del tutto ignare di quanto avveniva, mentre lo stesso, in realtà, veniva ceduto “in nero” a soggetti terzi non aventi titolo a riceverlo. Il che consentiva a questi ultimi di praticare prezzi fortemente concorrenziali a discapito degli altri operatori del settore.
Il descritto sistema di frode - come accertato all’esito di indagini tecniche, servizi di riscontro su strada e mirate attività ispettive - avrebbe garantito un significativo abbattimento dell’I.V.A. e delle Accise dovute, oltre che delle imposte dirette, generando un’evasione d’imposta, e un conseguente danno alle casse dello Stato, pari a 15.231.376,80 euro. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici, irregolarità nella loro circolazione e illeciti di natura tributaria.
Abu Dhabi, 19 feb. (Adnkronos) - Il segretario di Stato americano Marco Rubio è arrivato negli Emirati Arabi Uniti, ultima tappa del suo primo tour in Medio Oriente, dopo i colloqui di ieri con i funzionari russi a Riad. Rubio incontrerà ad Abu Dhabi il presidente degli Emirati Mohammed bin Zayed Al Nahyan e il ministro degli Esteri Abdullah bin Zayed Al Nahyan.
La visita di Rubio negli Emirati Arabi Uniti precede il vertice di venerdì in Arabia Saudita dei sei Stati del Consiglio di cooperazione del Golfo, nonché di Egitto e Giordania, per rispondere al piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la Gaza del dopoguerra.
L'amministrazione Trump, che respinge qualsiasi ruolo futuro di Hamas nel devastato territorio palestinese, ha invitato i paesi arabi, fermamente contrari a qualsiasi spostamento dei palestinesi da Gaza, a proporre alternative al piano del presidente degli Stati Uniti.
Kiev, 19 feb. (Adnkronos) - Il massiccio attacco notturno con droni russi contro la città e l'oblast meridionale di Odessa ha ferito almeno quattro persone, tra cui un bambino. Lo ha riferito il governatore Oleh Kiper, secondo cui nell'attacco sono rimasti danneggiati una clinica pediatrica, un asilo, grattacieli e alcune automobili.
Tel Aviv, 19 feb. (Adnkronos) - I caccia israeliani hanno colpito depositi di armi appartenenti all'ex regime siriano di Bashar Assad a Sasa, nella Siria meridionale. Lo ha reso noto l'esercito israeliano in una nota.
Brasilia, 19 feb. (Adnkronos/Afp) - L'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro è stato incriminato per un presunto piano di "colpo di stato" volto a impedire il ritorno al potere del suo successore Lula dopo le elezioni del 2022. La procura ha dettagliato in un comunicato l'incriminazione dell'ex leader dell'estrema destra (2019-2022) e di altri 33 indagati "accusati di incitamento e compimento di atti contrari ai tre poteri e allo Stato di diritto democratico".
L'atto d'accusa è stato consegnato alla Corte Suprema, che ora dovrà decidere se processarlo. L'ex capo dello Stato è stato incriminato per presunti piani di "colpo di stato", "tentato tentativo di abolizione violenta dello stato di diritto democratico" e "organizzazione criminale armata". Se si aprisse un processo, Jair Bolsonaro rischierebbe una condanna da 12 a 40 anni di carcere.
Secondo l'accusa, questa presunta cospirazione "era guidata dal presidente Bolsonaro e dal suo candidato alla vicepresidenza Walter Braga Netto che, alleati con altri individui, civili e militari, hanno tentato di impedire, in modo coordinato, l'applicazione del risultato delle elezioni presidenziali del 2022".