Il rapper finisce nella bufera a causa della sua nuova capsule di moda ispirata ai senzatetto ed esposta nei negozi in sacchi neri della spazzatura. Una scelta che a molti non è piaciuta affatto
Kanye West torna nuovamente al centro dell’attenzione. E questa volta lo fa attraverso la sua nuova capsule di moda Yeezy Gap Engineered by Balenciaga, voluta fortemente dal rapper e designer, il brand Gap e la creative director Demna Gvasalia per conto della maison Balenciaga. Dopo aver annunciato a maggio 2022 il lancio della linea, ora a New York (più precisamente a Times Square) ha aperto il primo pop-up store dell’artista. Il tutto è avvenuto con un annuncio a sorpresa attraverso le storie Instagram di Kanye. E fin qui, direte voi, niente di strano. A sorprendere i numerosi visitatori è stato l’interno dello store. I numerosi capi costosi non sono stati posizionati su ripiani o grucce come ci si può aspettare da due brand del loro calibro. Il pop-up store, aperto dalle 10 alle 22 con orario continuato, ha lasciato a bocca aperta fan e collezionisti, per un piccolo grande particolare. I capi sono stati presentati in grandi sacchi neri della spazzatura, quasi quelli fossero indumenti da buttare o dismessi. Una sorta di mercato nel cuore di New York, dove il cliente deve rovistare per trovare la sua taglia. Una scelta che ha alzato un polverone mediatico non indifferente ed ha creato polemiche. Sono tanti gli utenti che su Twitter hanno condiviso scatti dell’interno dello store, confidando di non essere minimamente aiutati dai commessi: “Nessuno ti aiuta, ti dicono di scavare dentro per trovare la tua taglia”. Secondo una fonte riportata da TMZ sembra proprio che questa idea sia da attribuire a West/Ye: “È così che stanno vendendo Yeezy GAP. Il commesso ha detto che Ye si è arrabbiato quando ha visto che avevano i suoi vestiti appesi”.
E non è tutto: non c’è solo lo scatto ad aver creato malumori sui social. A detta di West l’ispirazione gli sarebbe arrivata dopo aver visto nei senzatetto le sue “muse della moda”. Affermazione che si discosta nettamente dai costi della capsule: 150 euro per una t-shirt (che passa a 200 euro se in pile) per un budget massimo di 400 euro per un pullover. A patto che troviate la vostra taglia nel sacco, ovviamente.