In queste ore la premier Sanna Marin è stata sommersa dalle critiche. L’accusa? Un video che la ritrae a una festa privata mentre balla e canta. Scandaloso, a quanto pare. Senza alcun fondamento, poi, salta fuori l’ipotesi che abbia assunto delle droghe, rimprovero che la Marin non solo rifiuta, ma di cui approfitta per precisare che si trattava solo di qualche bicchiere con alcol. Acconsente anche alle richieste di un test anti-droga dichiarando “I have nothing to hide“, non ho niente da nascondere. Viceversa, se ci fosse stato un uso illegale di stupefacenti, ovviamente la bufera avrebbe senso.

Non è la prima volta che la premier viene accusata di essere poco istituzionale; di recente, infatti, aveva già fatto scalpore lo scatto che la ritraeva in abbigliamento “da concerto” durante il festival Ruisrock. Qualcuno si azzarda a paragonare i video della premier a quanto accadeva ai tempi del Bunga Bunga (oh, lo avevo quasi rimosso dalla memoria), in cui Berlusconi veniva massacrato dall’opinione pubblica. Quello che forse deve essere specificato è che il leader di Forza Italia avrebbe potuto tranquillamente fare il party planner o il boss delle cerimonie: ciò che ci interessava è che tutto avvenisse senza infrangere la legge, tant’è che ci sono stati processi riguardo la prostituzione minorile, non sul numero di bottiglie di vino o sulla macarena.

La premier finlandese si trovava a una festa privata e, a prescindere, immagini private non dovrebbero diventare di dominio pubblico senza il consenso dei presenti. Altrettanto diversa, quindi, è questa polemica da quella che coinvolse Salvini al Papeete nel 2019, quando a petto nudo e con cocktail in mano remixava col dj sulle note dell’Inno di Mameli. Si trattava di un contesto pubblico, aperto, in cui essere ripresi era altamente probabile, considerando che ormai chiunque ha la possibilità in tasca di fare un video a persone famose.

Anche in questo caso, però, separiamo le cose: il leader leghista poteva andare al mare senza essere accusato di essere poco istituzionale? Certo. Poteva fare il dj? Assolutamente sì. Poteva bersi un mojito? Anche due. Poteva fare dichiarazioni politiche da Ministro dell’Interno e campagna elettorale per la Lega? Meno. O comunque libero di farlo, consapevole dei possibili attacchi. Ecco, da qui sono nate le critiche, non dal resto. Anche perché negli anni abbiamo avuto foto e video di vari politici in veste danzante, Santanché, Di Maio, Raggi, tutte in luoghi pubblici. Che male c’è?

Anche basta con queste convenzioni novecentesche che ricordano il modo con cui la Royal Family soffocava la giovinezza e l’entusiasmo di Lady Diana con tailleur abbottonati e sorrisini composti. Sanna Marin ha 36 anni e di giovani donne ai vertici come lei ce ne saranno sempre di più: vogliamo davvero continuare a fossilizzarci sul modo di vestire o di ballare, invece di guardare ai contenuti politici e alle capacità di leadership?

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