La corsa spagnola prende il via da Utrecht con soli 14 azzurri ai nastri di partenza. Il movimento italiano è in una fase storica molto complicata. Ancora una volta sarà il siciliano a caricarsi sulle spalle il peso di curare la classifica generale. Ma all'orizzonte non si vedono ancora giovani in grado di raccogliere la sua eredità
La Vuelta a Espana 2022 prende il via da Utrecht, in Olanda, con la cronometro a squadre. L’Italia si presenta al terzo e ultimo Grande Giro della stagione con soli 14 atleti ai nastri di partenza. Il movimento azzurro è in una fase storica molto complicata. Salvo sorprese, sarà difficile vedere un italiano vestire la maglia rossa a Madrid, così come un’altra della maglie in palio. L’ultimo trionfo per i nostri colori in una gara di tre settimane risale al 2016 quando Vincenzo Nibali vinse il suo secondo Giro d’Italia. Proprio lo “Squalo” terminerà la carriera con la gara spagnola, quasi a voler chiudere il cerchio con la corsa che nel 2010 gli aveva consegnato il primo trionfo in un Grande Giro.
Ancora una volta sarà proprio il siciliano a tenere alto il nome dell’Italia in classifica generale. Nibali ha scritto la storia del ciclismo italiano diventando, nel 2014, il secondo azzurro dopo Felice Gimondi a vincere Giro d’Italia, Tour de France e appunto Vuelta a Espana. Triplice Corona riuscita solamente ad altri 6 ciclisti: Jacques Anquetil, Gimondi, Eddy Mercx, Bernard Hinault, Alberto Contador e Chris Froome. L’eredità del corridore dell’Astana negli ultimi anni non è stata raccolta da nessun altro connazionale. L’unico a provarci concretamente è stato Fabio Aru: i problemi fisici però hanno interrotto prematuramente la sua carriera. Il sardo ha vinto la Vuelta 2015 con una splendida rimonta su Tom Dumoulin, ha assaporato la maglia gialla al Tour de France nel 2017 da campione italiano e ha ottenuto due podi al Giro d’Italia, ma non è mai riuscito a sbocciare definitivamente.
Negli ultimi dieci anni l’Italia spesse volte si è affidata anche a Domenico Pozzovivo, una certezza in salita, capace di entrare per ben sette volte nella top ten della corsa rosa, senza però mai salire sul podio. Chi il podio al Giro lo ha conquistato, nel 2021, è Damiano Caruso. Il ragusano, però, è sempre mancato di continuità. Al di là di questi risultati, il vero problema dell’Italia è l’età di questi corridori. Tutti e tre sono prossimi al ritiro: Nibali lo farà – come detto – dopo la corsa spagnola, Pozzovivo e Caruso con i loro 39 e 34 anni sono a un passo. Al momento nessun giovane si è dimostrato competitivo nelle gare di tre settimane. All’orizzonte non si vedono ragazzi italiano in grande di ambire anche solo al podio di un Grande Giro. L’unico a lanciare qualche segnale è stato il 27enne Giulio Ciccone, vestendo la maglia gialla al Tour e ottenendo tre successi di tappa al Giro, ma all’abruzzese è sempre mancata la costanza di rendimento nelle tre settimane.
La speranza è vedere al più presto emergere qualche alternativa a Nibali. Nel frattempo, l’Italia deve fare i conti con soli 14 ciclisti al via della 77esima edizione della Vuelta. Oltre ai già citati Nibali, Pozzovivo e Caruso, in Spagna sono presenti: Edoardo Affini, il cui obiettivo è la cronometro di Alicante (decima tappa), Alessandro De Marchi, uomo da fughe che ha già vinto tre tappe in carriera nella corsa spagnola, Andrea Vendrame, veloce e capace di inserirsi negli attacchi da lontano e Fausto Masnada, anch’esso adatto alle fughe ma che dovrà aiutare il suo capitano Remco Evenepoel. Inoltre, sono iscritti Davide Villella, Dario Cataldo, Matteo Fabbro, Davide Cimolai e i giovani Samuele Battistella, Filippo Conca, Antonio Tiberi e Edoardo Zambanini. L’obiettivo concreto può essere migliorare il risultato del 2021 quando arrivò una solo vittoria di tappa, sempre per merito di Caruso.
I favoriti per la maglia rossa
Per quanto riguarda la vittoria della Vuelta i pretendenti sono molti, ma tre nomi per palmarès svettano sugli altri. Innanzitutto Primoz Roglic, trionfatore delle ultime tre edizioni e a caccia del poker consecutivo, mai accaduto prima nella storia della corsa spagnola. Lo sloveno è reduce dall’infortunio al Tour de France e ha recuperato in extremis, ma considerati i precedenti, le sue qualità a cronometro – è campione olimpico in carica – e quelle della squadra al suo supporto deve essere considerato il favorito principale. Alle sue spalle Jai Hindley, vincitore del Giro d’Italia. L’australiano vuole l’accoppiata Giro-Vuelta riuscita nella storia a soli tre ciclisti: Eddy Merck (1973), Giovanni Battaglin (1981) e Alberto Contador (2008). Parte con ambizioni importanti anche Richard Carapaz. L’ecuadoregno, oro olimpico in linea, è stato secondo a maggio nella corsa rosa e in Spagna vanta una piazza d’onore ottenuta nel 2020. Da tenere d’occhio infine Simon Yates, Joao Almeida e Miguel Angel Lopez, oltre all’astro nascente del ciclismo internazionale, Remco Evenepoel.