Il contenzioso va avanti da giorni, dopo che l'Asl Roma 1 aveva ordinato l'eliminazione preventiva di maiali e cinghiali per scongiurare il rischio di peste suina. Esultano le associazioni animaliste: "Non solo è stato chiarito che gli abbattimenti dei suini non sono autorizzati, ma è stato anche imposto all’Asl di confrontarsi con la titolare della Sfattoria e per garantire con adeguate prescrizioni tecniche la salvaguardia degli animali: un vero e proprio "ribaltone" rispetto all’ultimo decreto"
I maiali e i cinghiali della Sfattoria degli Ultimi di Roma non saranno abbattuti fino al 12 settembre. Il Tar del Lazio ha infatti accolto l’istanza di revoca presentata dai legali dell’associazione e in un nuovo provvedimento ha di fatto fermato la soppressione degli animali con elettoshock fino a quella data: si tratta in tutto di 140 esemplari. Gli avvocati ritengono che il rischio abbattimento sia a questo punto scongiurato.
Il contenzioso va avanti da giorni, dopo che l’Asl Roma 1 aveva ordinato l’eliminazione preventiva di maiali e cinghiali per scongiurare il rischio di peste suina. Sfattoria aveva però replicato facendo ricorso al Tar, precisando che gli animali sono sani, microchippati e inseriti nel registro nazionale come animali da compagnia. Il 18 agosto il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio aveva però confermato il provvedimento e aveva disposto che la Asl consentisse all’Associazione la detenzione di soli due maiali da affezione. La struttura sorge all’interno della zona rossa alle porte della capitale: nel provvedimento i giudici sottolineavano come non ci fosse “seria ragione per derogare alle misure di profilassi e contenimento del virus Psa” (cioè la peste suina africana, ndr). I volontari dell’associazione avevano perciò presentato un nuovo ricorso, accettato in data odierna (19 agosto) dal Tar: “Finalmente – spiegano i legali dell’associazione – il giudice amministrativo, Concetta Anastasi, con il decreto n. 5396 ha fatto chiarezza sulla incredibile vicenda che vive la Sfattoria da giorni. Il Tar ha, infatti, disposto a chiare lettere, pur affidando alla Asl il compito di vigilare, la sospensione dell’abbattimento dei suidi detenuti presso la Sfattoria degli Ultimi fino al 12 settembre. Sulla base delle richieste della difesa della rappresentante dell’associazione Paola Samaritani, insieme alle associazioni Oipa, Leidaa, Empa, Lndc, Animal Protection, Le.Al Odv, Tda – Comitato Tutela Diritti Animali, costituite nel ricorso, è stato riconosciuto che la detenzione degli animali è in piena biosicurezza ma, soprattutto, ha sposato i contenuti della minuziosa relazione tecnico/veterinaria depositata dai legali ieri circa la inoffensività degli stessi per assenza di psa. La Asl aveva emanato un comunicato in cui rappresentava che il giudice avesse, invece, abilitato la Asl stessa all’abbattimento, circostanza scongiurata, almeno fino all’udienza del 12″. Rimane tuttavia la richiesta di “intavolare un tavolo tecnico con le parti istituzionali coinvolte, e cioè la Regione Lazio, il Sindaco di Roma e il Commissario Straordinario per la peste suina. Incontro del quale però non si ha ancora data certa”.
Le associazioni di difesa degli animali, intanto, esprimono la propria soddisfazione: “Lunedì 8 – ricostruiscono – la Sfattoria si è vista notificare un provvedimento dell’Asl Roma1 che dispone l’abbattimento dei maiali e dei cinghiali ospitati nella struttura di via Arcore a Roma, circa 140 animali. Nel giudizio promosso dalla Sfattoria sono immediatamente intervenute, con i loro uffici legali, le associazioni Enpa, Leal, Leidaa, Lndc, Oipa e Tda, rappresentate dall’avvocato Giuseppe Calamo dello Studio Curtis Mallet Prevost Colt & Mosle LLP. Le stesse associazioni hanno scritto al commissario per la lotta alla peste suina africana, Angelo Ferrari, alla Regione Lazio e al Comune di Roma, chiedendo di partecipare al tavolo tecnico che, secondo fonti di stampa, dovrebbe occuparsi a breve della vicenda. Oggi il giudice, correggendo totalmente quanto disposto in precedenza, non solo ha chiarito che gli abbattimenti dei suidi non sono autorizzati, ma ha anche imposto all’Asl di confrontarsi con la titolare della Sfattoria e con le associazioni per garantire con adeguate prescrizioni tecniche la salvaguardia degli animali: un vero e proprio “ribaltone” rispetto all’ultimo decreto, che prescriveva il monitoraggio ed eventualmente l’abbattimento. Dispone infatti il magistrato che l’Azienda sanitaria, “nelle more della decisione collegiale sull’istanza cautelare, debba perseguire l’interesse pubblico inteso alla prevenzione epidemiologica monitorando la situazione e prescrivendo tutte le misure precauzionali e le soluzioni di natura tecnica – che la parte privata dovrà rispettare offrendo la massima collaborazione, eventualmente anche in funzione propositiva – in modo da consentire la salvaguardia dei suidi e l’isolamento assoluto degli stessi”. L’istanza della ricorrente e delle associazioni è dunque accolta e il decreto cautelare del 16 agosto è integrato in questo senso fino alla Camera di Consiglio del 12 settembre prossimo.