Cinema

Samaritan, Sylvester Stallone è un nuovo super eroe po’ Unbreakable e un po’ Rocky

Diretto da Julius Avery (Overlord, Sun of a gun), Samaritan mescola il classico incipit socio-politico oramai jokeristico/batmaniano – c’è grosso caos tra le strade della città – e il rapporto individuale tra Sam, ragazzino vessato dai bulli, e il suo vecchietto ma mastodontico vicino di casa

di Davide Turrini

Un po’ Unbreakable e un po’ Rocky fanno un Samaritan. Stagione hollywoodiana che ricomincia, Sylvester Stallone che ritrovi. Acciaccato 76enne, appena superata la crisi da credito residuo verso Irwin Winkler, produttore di Rocky che non gli sgancia un dollaro in royalties, Sly fa capolino su Prime Video dal 26 agosto 2022 con un superhero movie che diventa, a spanne, il 57esimo film da protagonista. Diretto da Julius Avery (Overlord, Sun of a gun), Samaritan mescola il classico incipit socio-politico oramai jokeristico/batmaniano – c’è grosso caos tra le strade della città – e il rapporto individuale tra Sam, ragazzino (Javon Walton) vessato dai bulli, e il suo vecchietto ma mastodontico vicino di casa, tal Joe Smith (tipo Mario Rossi). Proprio quando all’ennesima violenza subita, Sam intravede Joe far volare per aria come piume i bulletti che lo vessano, ecco che nella mente del ragazzino balena l’idea che i vicino sia niente meno che Samaritan: un supereroe che venticinque anni prima era il vigilante di Granite City, dichiarato morto dopo una battaglia all’ultimo colpo contro il suo rivale Nemesis.

Il popolo crede che Samaritan sia perito e sbriciolato in cenere dopo un incendio, ma Sam ha capito che i giornali hanno raccontato bubbole. Sarà quindi il tredicenne a convincere Samaritan a tornare in servizio per il bene della comunità. Felpone con cappuccio tirato sul capo, gilet imbottito senza maniche e un faccione oramai munchiano, Stallone, nel trailer, pubblicato qualche giorno fa online, si mostra anche a schiena nodoso-muscolosa nuda e ovviamente piena di (finte) bruciature. Il tono, nella cupezza generale di un’eterna Philadelphia suburbica bianca e barbuta, è comunque un po’ da comica scoperta del mistero con Stallone/Samaritan travolto da un auto che si rialza incriccato e sanguinante, ma vivissimo. Sam, oltretutto saggia pure la robustezza del vicino di casa supereroe e il pugno tirato nella pancia di Sly fa sdeng come se avesse colpito un pentolone di ferro. “Ho accettato questo ruolo per la normalità del mio personaggio, che non combatte in galassie lontane o universi paralleli, ma in strada, in un mondo che tutti riconosciamo”, ha spiegato Stallone in un’intervista al Corriere della Sera. “Preferisco di gran lunga recitare adesso rispetto a quando avevo 35 o 40 anni. Ora so più cose mentre allora non sapevo niente. Pensi di avere tutto sotto controllo e invece non hai nulla: è l’esperienza che ti regala tutto”. Nella casella villain dopo Apollo Creed (diventato amico), Ivan Drago che lo spiezzava in due, lo sceriffo Teasle e una gang di narcotrafficanti messicani, ecco infine Cyrus, interpretato dal danese Pilou Asbaek (Il trono di spade, Ben Hur – remake- e Overlord di Avery).

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