Nella mia qualità di sostenitore di Cuba, la notizia dell’accordo raggiunto dal governo cubano colla Regione Calabria per ottenere ben 500 professionisti della sanità per garantire ai cittadini calabresi il diritto alla salute mi riempie ovviamente d’orgoglio. D’altra parte, però, si tratta dell’ennesimo sintomo del fatto che la situazione dei diritti sociali fondamentali nel nostro Paese è alla frutta. E non si tratta solo di Calabria. In molte regioni italiane la sanità pubblica non è in grado di garantire servizi fondamentali.
Tale innegabile stato di fatto è emerso con evidenza già ai tempi della fase iniziale acuta del Covid, quando le brigate mediche internazionaliste cubane svolsero un’importante funzione intervenendo nelle zone più colpite dalla pandemia, in particolare a Crema e a Torino. Nonostante il Pnrr e i soldi ottenuti da Conte dall’Unione europea, la situazione non pare essere per nulla migliorata, a oltre due anni di distanza.
Quella di distruggere la sanità pubblica è stata d’altronde una scelta sistematicamente e scientificamente perseguita dai governi nazionali e locali che si sono succeduti, fossero essi di centrodestra o di centrosinistra. La privatizzazione e l’applicazione di insensati parametri di tipo aziendale fondati sulla redditività finanziaria ha del resto costituito la base ideologica comune, cui si sono aggiunti ulteriori fattori di dissesto, dovuti al prevalere di logiche di potere, volte a fare della sanità pubblica una base elettorale e non già un presidio in grado di garantire la salute dei cittadini.
La stessa logica è stata del resto seguita in altri settori fondamentali dell’amministrazione pubblica, a cominciare dalla scuola e dall’università. Del resto al potere fa comodo l’analfabetismo dei sudditi. Aumentano costantemente i tassi di abbandono scolastico e peggiora la qualità dell’istruzione pubblica. La classe politica si giova del resto costantemente dell’ignoranza crescente di chi continua a votarla. Se Letta può imporre alla sempre più disorientata base del Pd personaggi come Casini, da tempo immemorabile protagonista delle peggiori politiche pubbliche in ogni settore, l'”emergente” Meloni, che a sua volta ha fatto parte di numerosi governi, è sempre stata una fedele esecutrice del volere delle aziende e delle multinazionali interessate alla distruzione dell’amministrazione pubblica. Tra i suoi consiglieri più quotati troviamo del resto personaggi che sono diretta espressione della peggiore massoneria e della P2, come Luigi Bisignani, per non parlare del buon Crosetto, che rappresenta, insieme al piddino Minniti e altri, l’industria degli armamenti, oggi favorita dalle politiche di riarmo bellico promosse dal governo Draghi e dalle forze che lo hanno sostenuto e anche da quelle, come appunto Fratelli d’Italia, che hanno fatto finta di fare opposizione, turlupinando tutti coloro che per tale motivo ne faranno con ogni probabilità la prima forza politica italiana alle prossime elezioni politiche del 25 settembre. Tutti allineati sulla necessità di garantire un aumento delle spese militari che si tradurrà in un ulteriore indebolimento dei servizi sociali fondamentali.
Cuba, che da oltre sessant’anni difende con successo la sua indipendenza nazionale di fronte a una potenza come gli Stati Uniti che si trovano a poche decine di chilometri di distanza, ha seguito un’altra strada. Non già profitto e subalternità alle aziende private multinazionali, ma centralità dell’essere umano e dei suoi bisogni. Una strada che ha consentito non solo di garantire sempre ai suoi cittadini i diritti sociali fondamentali, a partire da quelli alla sanità e all’istruzione, ma anche di intervenire ovunque nel mondo, colle sue brigate mediche, per tutelare la salute di milioni di persone. Se come accennato occorre rallegrarsi del fatto che un politico di centrodestra come Occhiuto, presidente della Regione Calabria, abbia voluto avvalersi, con indubbio coraggio e una certa onestà intellettuale, dell’importante ausilio offerto dai sanitari cubani, la cooperazione sanitaria con Cuba va estesa colla stipulazione di accordi analoghi anche da parte di altre Regioni italiane e attuando progetti in materia di formazione del personale sanitario, di ricerca sui vaccini e altro, superando i veti imposti dall’adesione sconsiderata del nostro Paese all’alleanza occidentale guidata dagli Stati Uniti, da sempre interessati a schiacciare con ogni strumento l’autodeterminazione e i diritti del popolo cubano.
Fino a poco tempo fa gli interventi di Cuba riguardavano più che altro il Terzo Mondo. Oggi anche l’Italia. Bisogna quindi chiedersi se non siamo ormai anche noi parte di questo Terzo Mondo, e non già per condizioni strutturali di fondo, ma per le scellerate scelte della nostra classe politica, che sarebbe tempo di sostituire con un’altra più conforme al dettato costituzionale e ai reali interessi della cittadinanza, dando spazio a forze realmente alternative, come Unione Popolare di De Magistris.