“David Bowie? Non aveva finito la scuola, non aveva cultura e istruzione […] avevamo una relazione intellettuale e sessuale. Mitterrand? Non avevo mai incontrato un presidente della Repubblica, non sapevo come vestirmi […] Ho chiamato Françoise Sagan, che mi ha detto: ‘Vai come sei. Ricordatati di indossare delle mutande pulite, non si sa mai!‘”. Amanda Lear è una delle ultime vere dive rimaste. Pittrice, showgirl, cantante, presentatrice: una vita intera dedicata all’arte nel senso più ampio del termine. Intervistata da Sette del Corriere della Sera ammette che le voci sulla sua ambiguità sessuale in fondo le hanno fatto comodo per vendere più dischi: “Oggi siamo invasi dalle fake news, ma allora non ce n’erano molte. Quarant’anni fa, la vita sessuale, il ‘né uomo né donna’ erano molto intriganti, si cominciava a scoprire tutto questo, in effetti questo pettegolezzo mi è servito molto. All’epoca tutte le belle ragazze modelle erano cantanti, appena una ragazza era bella poteva lanciare un disco! Quindi non è stato facile smarcarsi. Più si parlava di Amanda Lear, più i giornali uscivano con scoop sulla mia sessualità. L’ho imparato da Salvador Dalí: l’anima del business è la pubblicità!”. E a proposito di Dalì, di cui fu la musa, spiega: “Io uscivo con giovani chitarristi, mentre lui aveva 70 anni e l’alito pesante, i denti marci, eppure non avevo mai incontrato un uomo così affascinante […] Ero sotto il suo incantesimo!”.