L'agente utilizzato, dice Mosca, sarebbe "la tossina del botulino di tipo B". Il ministero della Difesa, citato da Interfax e Tass, parla di segni di "forte avvelenamento" riscontrati in soldati che sono stati ricoverati in ospedale
Agenti chimici usati dalle forze ucraine contro le truppe russe. E’ questa l’ultima grave accusa mossa da Mosca contro Kiev. Il fatto sarebbe avvenuto nella regione di Zaporizhzhia dove da giorni i due eserciti si fronteggiano mettendo a rischio la sicurezza della centrale nucleare con bombardamenti attorno all’area dell’impianto. Il ministero della Difesa, citato da Interfax e Tass, parla di segni di “forte avvelenamento” riscontrati nelle analisi di diversi soldati che sono stati ricoverati in ospedale. L’agente utilizzato, aggiunge Mosca, sarebbe “la tossina del botulino di tipo B”, un veleno organico di origine artificiale, tesi, questa, che sarebbe stata confermata dalle analisi degli esperti di un centro di ricerca di medicina militare di San Pietroburgo. Ora Mosca è pronta a presentare i risultati di queste indagini all’Opac, l’Organizzazione internazionale per la proibizione delle armi chimiche. Kiev, dal canto suo, nega l’uso di agenti chimici contro l’esercito russo e, al contrario, rilancia l’accusa mossa nei confronti di Mosca di utilizzare armi vietate dalle convenzioni internazionali.
Nel frattempo, si continua a combattere a Mykolaiv. Le forze russe, infatti, hanno bombardato un palazzo residenziale e diverse case unifamiliari a Voznesensk, a 20 chilometri dalla centrale nucleare di Privdennoukrainsk, ha denunciato il governatore, Vitaly Kim. Nove persone sono rimaste ferite, fra cui quattro bambini di età compresa fra i tre e i 17 anni. I minori si trovano tutti in gravi condizioni.
Un’altra giornata intensa quella di oggi sul fronte della guerra in Ucraina, dunque, iniziata con la notizia di un raid ucraino avvenuto in pieno giorno sulla base della Flotta del Mar Nero, a Sebastopoli, in Crimea. Il velivolo ha centrato in pieno la struttura in uso alle forze russe nella penisola. Secondo la versione dal capo dell’amministrazione russa della città, Mikhail Razvozhayev, si tratta di un drone che sorvolava un edificio per lo staff della Flotta del Mar Nero e che sarebbe stato abbattuto dalle difese aeree della base. Razvozhayev ha precisato che l’esplosione avvertita questa mattina è stata causata dalla caduta dei resti del drone abbattuto. “E’ caduto sul tetto ed ha preso fuoco”, ha detto specificando che non ci sono vittime. Pochi giorni fa il presidente russo Vladimir Putin ha operato un’importante sostituzione ai vertici proprio della flotta del Mar Nero: al posto dell’ormai ex comandante Igor Osipov, è stato messo Viktor Sokolov. La notizia è stata riportata dall’agenzia di stampa Ria Novosti, citata dal Guardian. Alla base del cambio di guardia- che gli analisti definiscono il più importante avvicendamento di un ufficiale militare nei sei mesi dall’inizio dell’operazione militare russa- ci sarebbero gli attacchi registrati nei giorni scorsi nella penisola di Crimea.
Ieri, invece, è stato sventato un attacco contro un porto nella parte occidentale della Crimea, secondo quanto riferito dai media russi. In poche ore sono stati diffusi in rete video che mostrano la difesa aerea russa che intercetta obiettivi nei cieli di Sebastopoli, Yevpatoriya e Zaozerne. Le autorità di occupazione russe hanno affermato che erano proprio di droni ucraini. Nel suo consueto aggiornamento della situazione della guerra in Ucraina, l’intelligence britannica ha registrato uno stallo sul campo, soprattutto dal punto di vista dei russi. “L’ultima settimana ha visto solo cambiamenti minimi nel controllo territoriale lungo la linea del fronte. Nel Donbass, dopo piccoli avanzamenti dall’inizio di agosto, le forze russe si sono avvicinate alla periferia della città di Bakhmut, ma non hanno ancora fatto irruzione nell’abitato. È improbabile che la situazione cambi significativamente nella prossima settimana, le forze russe, per ora, sono probabilmente pronte solo a intraprendere limitati assalti locali, raramente coinvolgendo più di una compagnia di truppe”.
LE PERDITE – Un centinaio di miliziani ucraini del reggimento Kraken, fra i quali c’erano “almeno 20 mercenari americani” sono statui uccisi, colpiti da armi di precisione dall’aviazione russa, ad Andreyevka, nella regione ucraina di Kharkiv, secondo quanto affermato dal portavoce del ministero della Difesa russo, il gen. Igor Konashenkov, citato dall’agenzia Tass.
Il reggimento Kraken – che prende il nome del mitico mostro marino – è stato formato da volontari ucraini, alcuni provenienti dal Battaglione Azov, il giorno stesso dell’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio scorso. Quanto ai “mercenari americani”, al momento non si ha alcuna conferma. Sul fronte russo, invece, è salito a quasi 45mila il numero dei soldati russi uccisi in guerra dalle forze ucraine. A sostenerlo è il ministero della Difesa di Kiev, secondo cui finora sarebbero morti 44.900 miliari russi, 200 in più rispetto al giorno prima.
LA POLEMICA – Ha fatto molto discutere un post , poi cancellato, dell’ambasciatore russo presso le organizzazioni internazionali a Vienna, Mikhail Ulyanov. Il diplomatico rispondendo sotto al ringraziamento via social del presidente ucraino Volodymyr Zelensky agli Stati Uniti per il supporto militare e umanitario, ha chiesto “nessuna pietà per il popolo ucraino”. Immediata la reazione dei rappresentanti di Kiev. “L’ambasciatore russo Mikhail Ulyanov chiede l’eliminazione della nazione ucraina. Questo linguaggio genocida non deve essere tollerato. Chiediamo all’intera comunità diplomatica di Vienna di boicottare Ulyanov e al paese ospitante, l’Austria, di dichiararlo persona non grata”, ha affermato su Twitter il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko. Il diplomatico russo ha provato a rettificare, affermando che “i tentativi di associare le mie parole sulla politica di Kiev a un appello al genocidio sono oltraggiosi e assolutamente inaccettabili. Metodi sporchi“.
Nel frattempo, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha visitato oggi il Centro congiunto di coordinamento di Istanbul creato dopo l’accordo per sbloccare l’export del grano ucraino. “E’ emozionante vedere a Istanbul la nave Brave Commander del World Food Programme (Wfp) carica di tonnellate di grano ucraino destinato al tanto necessario sollievo dalla fame nel Corno d’Africa. Saluto tutti coloro che sono coinvolti in questa straordinaria operazione umanitaria”. Così su Twitter il numero uno del Palazzo di Vetro. Nei giorni scorsi Guterres è stato prima a Leopoli, dove ha incontrato i presidenti di Ucraina e Russia, Volodymyr Zelensky e Recep Tayyip Erdogan con i quali ha discusso soprattutto della situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, e successivamente si è spostato ad Odessa per vedere con i propri occhi come viene attuato l’accordo siglato lo scorso 20 luglio.